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  • Merano WineFestival 2024: straordinaria 33^ Edizione

    Merano WineFestival 2024: straordinaria 33^ Edizione

    Merano WineFestival 2024: Inizia la 33^ Edizione del Salone Enogastronomico tra Eccellenze, Premi e Riflessioni sul Futuro

    di Carol Agostini

    Domani, venerdì 8 novembre, la città di Merano accoglie l’inizio della 33ª edizione del Merano WineFestival, uno degli eventi più attesi e raffinati del settore enogastronomico italiano e internazionale. Il festival, che proseguirà fino al 12 novembre, vedrà premi, degustazioni e incontri di approfondimento con focus sulle migliori eccellenze di vini, birre, distillati e prodotti gastronomici. Tra gli appuntamenti più importanti, l’assegnazione dei prestigiosi The WineHunter Award Platinum e delle nuove WineHunter Stars, oltre a una serie di eventi esclusivi nel suggestivo scenario del Castello Principesco.
    Inaugurazione con Premi e Novità: i The WineHunter Award Platinum e le WineHunter Stars.

    Merano WineFestival 2024: straordinaria 33^ Edizione, foto da comunicato stampa
    Merano WineFestival 2024: straordinaria 33^ Edizione, foto da comunicato stampa

    Merano WineFestival 2024: straordinaria 33^ Edizione, foto da comunicato stampaLa cerimonia di apertura si terrà nel prestigioso Pavillon des Fleurs, dove, a partire dalle ore 17:30, sarà assegnato il The WineHunter Award Platinum, massimo riconoscimento della guida The WineHunter che premia le eccellenze enogastronomiche valutate oltre i 95 punti, suddivise nelle categorie Wine, Food, Spirits e Beer. L’evento sarà presentato da Maurizio Di Maggio, noto conduttore di Radio Monte Carlo, e vedrà la partecipazione del patron Helmuth Köcher e del giornalista Andrea Radic, che conferiranno anche cinque premi speciali a produttori distintisi per Genio, Innovazione, Conquista, Famiglia e Territorio.

    La stessa sera, il Kurhaus ospiterà una cena di gala durante la quale saranno consegnate le nuove WineHunter Stars. Sette personalità di spicco del settore riceveranno questo premio per il loro contributo all’enogastronomia italiana e internazionale. Tra i vincitori, Gianna Nannini, premiata come Wine Producer; Oscar Farinetti, che riceverà la Communicator Star per il suo contributo alla diffusione della cultura del vino; e la chef Viviana Varese, insignita del titolo di Food Star per il suo impegno e talento nella ristorazione.

    Tra i premiati anche Riccardo Cotarella come Winemaker Star, Anna Scafuri di Tg1 Economia come Wine & Food Journalist, Stefano Vitale come Wine Artist, e Valentina Bertini come miglior Wine Manager.

    Merano WineFestival 2024: straordinaria 33^ Edizione, foto da comunicato stampa
    Merano WineFestival 2024: straordinaria 33^ Edizione, foto da comunicato stampa

    “Intrecci di Vite”: Le Masterclass Esclusive al Castello Principesco

    Uno degli eventi più attesi del festival è Intrecci di Vite, un ciclo di quattro masterclass organizzate in collaborazione con Liber Experience, ospitate nella cornice storica del Castello Principesco. Questi incontri, esclusivi e di alto profilo, sono pensati per approfondire la cultura vitivinicola e sono condotti da nomi illustri del settore.

    Sabato 9 novembre, alle ore 10:30, il noto imprenditore Oscar Farinetti modererà una conversazione tra Maurizio Zanella e Vittorio Moretti, rappresentanti delle celebri cantine di Franciacorta Cà del Bosco e Bellavista. Alle 16:00, l’attenzione si sposterà sul Sangiovese, protagonista del Brunello di Montalcino e di altre grandi produzioni italiane, con un confronto tra diverse interpretazioni del celebre vitigno.
    Innovazione e Sostenibilità: Il Summit Quo Vadis?

    Un’importante occasione di dibattito sul futuro del settore vitivinicolo è rappresentata dal summit Quo Vadis?, che si terrà sempre venerdì 8 novembre. Il tema centrale sarà il futuro della viticoltura, con particolare attenzione a sostenibilità, innovazione e internazionalizzazione. Tra i relatori, personalità di spicco del mondo agricolo e vitivinicolo si confronteranno sulle sfide e le opportunità per un settore in continua evoluzione, in risposta ai cambiamenti climatici e alle nuove tendenze di consumo.

    Merano WineFestival 2023, Carol Agostini press
    Merano WineFestival 2023, Carol Agostini press

    Il Cuore del Festival: Degustazioni, Showcooking e Incontri con 440 Aziende da Tutto il Mondo

    A partire da sabato 9 e fino a lunedì 11 novembre, il Merano WineFestival entrerà nel vivo, con 330 aziende vitivinicole italiane e 110 internazionali pronte a presentare i loro prodotti a un pubblico di esperti, appassionati e professionisti del settore. Gli eventi principali avranno luogo presso il Kurhaus, che ospiterà anche la GourmetArena, uno spazio dedicato a 130 aziende di prodotti gastronomici, birre e distillati, e che vedrà una serie di showcooking, masterclass e presentazioni di nuovi prodotti.

    Tra gli eventi di punta ci sarà il bio&dynamica & more, una rassegna dedicata ai vini biologici, biodinamici, Piwi (vini da vitigni resistenti), e vini prodotti con metodi innovativi, come quelli affinati in anfore o in ambiente subacqueo. In Piazza della Rena, il Mercato della Terra Slow Food offrirà al pubblico la possibilità di conoscere e acquistare prodotti locali sostenibili.

    The WineHunter Award Platinum 2023 at Merano WineFestival, Photo's Carol Agostini
    The WineHunter Award Platinum 2023 at Merano WineFestival, Photo’s Carol Agostini

    Catwalk Champagne & More: Chiusura tra le Bollicine

    Il gran finale del festival, martedì 12 novembre, sarà dedicato al Catwalk Champagne & More, un evento che celebrerà le bollicine del metodo classico. Più di 120 maison di Champagne e spumanti italiani e francesi offriranno degustazioni di alto livello, mettendo in evidenza la ricchezza delle bollicine d’autore. Sarà un’occasione unica per scoprire le migliori proposte nel panorama internazionale delle bollicine, tra cui maison rinomate e nuovi protagonisti del settore.
    Merano WineFestival: Un Evento di Respiro Internazionale tra Cultura, Business ed Eleganza

    Il Merano WineFestival, da sempre un punto di incontro per gli amanti dell’eccellenza enogastronomica, si fa quest’anno ancora più internazionale con l’introduzione di nuove iniziative come la WH Ambassador Exclusive Lounge e il WH Buyers’ Club. Questi spazi esclusivi sono stati pensati per incentivare incontri d’affari e scambi culturali tra produttori, esperti e acquirenti, consolidando Merano come una vetrina globale per i prodotti enogastronomici di alta qualità.

    Carol Agostini fondatore del Magazine Papillae, titolare Agenzia FoodandWineAngels, commissario internazionale, selezionatore, Food&Wine Writer
    Carol Agostini fondatore del Magazine Papillae, titolare Agenzia FoodandWineAngels, commissario internazionale, selezionatore, Food&Wine Writer

    Sito evento: https://meranowinefestival.com/wine/

    Siti partners articolo: https://www.papillae.it/ https://carol-agostini.tumblr.com/ https://carol-agostini.tumblr.com/

  • Wine and Food Academy 2024, Vini di Monastero di successo

    Wine and Food Academy 2024, Vini di Monastero di successo

    La Wine and Food Academy, in collaborazione con la Trattoria del Gatto Gambarone, ha presentato l’evento “Vini di Monastero” il 30 ottobre a Noceto (PR), nel contesto di un ricco programma che si svolge da ottobre 2024 a giugno 2025 e che mira a promuovere la cultura enogastronomica. Per l’occasione, i vini del Monastero di San Masseo di Assisi, prodotti dalla Comunità Monastica di Bose, sono stati abbinati a un menù parmense ideato per celebrare i sapori e le tradizioni locali. Il piatto protagonista della serata è stato lo stracotto di asinina, una specialità tipica della zona di Noceto, certificata DE.C.O. (Denominazione Comunale di Origine), che rappresenta l’impegno della regione nella valorizzazione delle ricette e dei prodotti locali.

    Trattoria del Gatto Gambarone, articolo: Wine and Food Academy 2024, Vini di Monastero di successo, foto di Raffaele D'Angelo
    Trattoria del Gatto Gambarone, articolo: Wine and Food Academy 2024, Vini di Monastero di successo, foto di Raffaele D’Angelo

    La Wine and Food Academy, fondata a Parma nel 2016 e oggi sotto la guida di Raffaele D’Angelo, si è distinta negli anni come un importante punto di riferimento per la promozione dei prodotti enogastronomici di alta qualità. L’evento presso la Trattoria del Gatto Gambarone, recentemente riaperta sotto la nuova direzione dello chef Urbano Tozzi, ha visto la partecipazione di ospiti d’eccezione, tra cui frate Michele Badino della Comunità Monastica di Bose e Lamberto Colla, presidente della Commissione DE.C.O. di Noceto. Durante la cena, frate Michele ha condiviso aneddoti e riflessioni sull’esperienza della vinificazione, comparando il ciclo della vite alla vita spirituale, in cui il dolore della potatura riflette le difficoltà che portano a una rinascita, simboleggiata dal germogliare primaverile.

    Il percorso di degustazione ha avuto inizio con il Grechetto Assisi DOP Biologico 2023, vinificato in purezza e affinato in acciaio, accompagnato a un piatto d’antipasto di zampone in crosta di pane con zabaione, che ha esaltato la freschezza e le note acidule del vino. Al primo, invece, è stato servito il Masseum 2022, un Grechetto affinato per sei mesi in barrique, accostato a tagliatelle con ragù di pasta di salame.

    Vetrofania, articolo: Wine and Food Academy 2024, Vini di Monastero di successo, foto di Raffaele D'Angelo
    Vetrofania, articolo: Wine and Food Academy 2024, Vini di Monastero di successo, foto di Raffaele D’Angelo

    La serata è proseguita con il Rubeum Rosso Umbria IGT 2023, vino rosso giovane da uve Merlot e Malbec, abbinato al celebre stracotto di asinina. L’affinamento in acciaio ha conservato la freschezza del vino, che ha equilibrato la ricchezza aromatica delle spezie del brodo dello stracotto. La cena si è conclusa con una torta di noci, accompagnata dal Doron, un passito da uve Grechetto, e dal pregiato Vermut del monastero, arricchito da erbe officinali e caratterizzato da note balsamiche e agrumate​.

    La serata ha anche segnato un importante riconoscimento per la Trattoria del Gatto Gambarone, che ha ricevuto ufficialmente la vetrofania DE.C.O. per lo stracotto di asinina, impegnandosi a rispettare rigorosamente la ricetta tradizionale. Il piatto rappresenta uno degli emblemi della cucina locale e appare nel ricettario Noceto a tavola, una raccolta di ricette curata dalla Proloco di Noceto per preservare e tramandare le specialità tipiche del territorio, come l’asinina della frazione di Costamezzana.

    Piatto in degustazione, articolo: Wine and Food Academy 2024, Vini di Monastero di successo, foto di Raffaele D'Angelo
    Piatto in degustazione, articolo: Wine and Food Academy 2024, Vini di Monastero di successo, foto di Raffaele D’Angelo

    Oltre a eventi di valorizzazione come questo, la Wine and Food Academy, ora riconosciuta come Associazione di Promozione Sociale (APS), continua a promuovere iniziative che coinvolgono produttori, viticoltori e appassionati di enogastronomia. Tra gli appuntamenti più prossimi, è prevista una degustazione di Barbera piemontesi ed emiliane il 22 novembre, guidata dai sommelier Roberta Lanero e Thomas Coccolini Haertl. Il calendario completo delle iniziative, che esploreranno fino all’estate 2025 il mondo del cibo e del vino, è disponibile sul sito ufficiale della Wine and Food Academy

    Carol Agostini fondatore del Magazine Papillae, titolare Agenzia FoodandWineAngels, commissario internazionale, selezionatore, Food&Wine Writer
    Carol Agostini fondatore del Magazine Papillae, titolare Agenzia FoodandWineAngels, commissario internazionale, selezionatore, Food&Wine Writer

    Informazioni generali

    Nella foto di gruppo: Barbara Boni, Raffaele D’Angelo, Nelso Bazzini, Raffaele D’Angelo, Pasquale Massaro, Desolina Bizzi e Lamberto Colla.

    Foto:Trattoria Gatto Gambarone

    Foto vetrofonia De.C.O.Noceto

    Foto: Stracotto di Asinina De. C.O. Noceto

    Link interviste:

    Frate Michele Badino

    https://youtu.be/4Uybrl5Kyn0

    Lamberto Colla Presidente De. CO Noceto

    Nelso Bazzini Pro Loco di Costamezzana

    https://youtu.be/6ayGsgw659s

     

    Wine and Food Academy – APS

    Via Baganzola 189 – loc. Baganzola (PR)

    www.wineandfooacademy.it – info@wineandfoodacademy.it

  • Enogastronomia italiana, notevole crisi e cambiamenti 2024

    Enogastronomia italiana, notevole crisi e cambiamenti 2024

    Enogastronomia italiana, quale sarà lo sviluppo nel 2025, crisi confermata nel 2024?

    di Carol Agostini

     

    Il futuro dell’enogastronomia italiana, in un periodo segnato da crisi economiche e cambiamenti nei modelli di consumo, rappresenta una sfida complessa ma anche un’opportunità per innovare e consolidare la posizione di eccellenza del nostro Paese in questo settore. Nonostante le difficoltà legate all’aumento dei costi e alla riduzione del potere d’acquisto delle famiglie italiane, il comparto enogastronomico continua a essere uno dei pilastri dell’economia nazionale, sia a livello interno che internazionale.

    Enogastronomia italiana, notevole crisi e cambiamenti 2024, foto da Pexel
    Enogastronomia italiana, notevole crisi e cambiamenti 2024, foto da Pexel

    Il panorama attuale: una ripresa ancora fragile

    Secondo il report Deloitte “Foodservice Market Monitor 2023”, il mercato della ristorazione italiana è in ripresa dopo il crollo causato dalla pandemia, con un valore complessivo di 75 miliardi di euro. Tuttavia, la crisi economica, caratterizzata dall’aumento dell’inflazione e dal calo del potere d’acquisto delle famiglie, ha modificato in modo significativo i comportamenti di consumo, spingendo molti consumatori a ridurre la frequenza con cui mangiano fuori casa o acquistano prodotti gourmet. La ripresa globale del settore della ristorazione, che ha raggiunto i 2.600 miliardi di euro nel 2022, ha visto il delivery aumentare la sua quota di mercato fino al 19%, a conferma di un cambiamento strutturale nelle abitudini di consumo che sembra destinato a perdurare.

    A livello mondiale, il mercato della cucina italiana ha un valore complessivo di 228 miliardi di euro, con un tasso di crescita dell’11% rispetto all’anno precedente. Il marchio “Italia” continua a essere sinonimo di qualità e autenticità, con la cucina italiana che rappresenta il 19% del mercato globale dei ristoranti tradizionali. Tuttavia, l’Asia-Pacifico e il Nord America dominano il mercato della ristorazione, mentre l’Europa, pur rimanendo un attore chiave, mostra segni di stagnazione.

    Uno degli aspetti più critici per l’enogastronomia italiana riguarda l’aumento dei costi di produzione, che colpisce in particolare i produttori di vino e olio d’oliva, due simboli del nostro patrimonio alimentare. Gli agricoltori e i produttori devono far fronte a una combinazione di fattori avversi: l’aumento dei prezzi dell’energia, dei trasporti e delle materie prime, nonché le conseguenze dei cambiamenti climatici, come le recenti siccità che hanno ridotto la resa delle colture.
    Inoltre, la competizione sui mercati internazionali è sempre più agguerrita.

    Enogastronomia italiana, notevole crisi e cambiamenti 2024, foto di Karolina Grabowska
    Enogastronomia italiana, notevole crisi e cambiamenti 2024, foto di Karolina Grabowska

    Se da un lato il “Made in Italy” continua a essere apprezzato e richiesto, dall’altro i produttori devono affrontare sfide legate alle contraffazioni e alle imitazioni di prodotti italiani, che danneggiano l’immagine e la qualità percepita dei prodotti originali. La valorizzazione delle denominazioni d’origine e delle certificazioni di qualità rappresenta una leva fondamentale per contrastare questo fenomeno e per mantenere alta la competitività del settore.

    Nonostante le difficoltà, esistono numerose opportunità per rilanciare il settore enogastronomico italiano. Una di queste è rappresentata dalla crescente attenzione dei consumatori verso la sostenibilità. Le aziende che riescono a coniugare tradizione e innovazione, investendo in produzioni biologiche, a basso impatto ambientale e in filiere corte, possono distinguersi e conquistare nuove fette di mercato, sia in Italia che all’estero.

    Il turismo enogastronomico rappresenta un altro segmento in forte crescita, con i viaggiatori che scelgono sempre più spesso destinazioni italiane per vivere esperienze culinarie autentiche. Secondo l’Osservatorio sul Turismo Enogastronomico Italiano, questo settore ha mostrato segnali di ripresa già nel 2022, grazie alla domanda crescente da parte di turisti stranieri, soprattutto provenienti dagli Stati Uniti e dai Paesi asiatici.

    Enogastronomia italiana, notevole crisi e cambiamenti 2024, foto diKarolina Grabowska
    Enogastronomia italiana, notevole crisi e cambiamenti 2024, foto diKarolina Grabowska

    Le prospettive per il 2024 e oltre

    Le previsioni per il futuro dell’enogastronomia italiana sono contrastanti. Da un lato, le difficoltà economiche e l’incertezza politica a livello internazionale potrebbero continuare a influire negativamente sulla domanda interna ed estera. Dall’altro, le aziende italiane hanno dimostrato nel tempo una grande capacità di adattamento e innovazione, riuscendo a rimanere competitive anche nei momenti di crisi.

    Secondo recenti studi di mercato, l’export dei prodotti enogastronomici italiani continuerà a crescere nei prossimi anni, soprattutto nei mercati emergenti come la Cina e l’India, dove la domanda di prodotti alimentari di alta qualità è in aumento. Tuttavia, per cogliere queste opportunità, sarà fondamentale investire in strategie di marketing innovative e in canali di distribuzione digitali, che consentano alle aziende italiane di raggiungere un pubblico globale.

    Enogastronomia italiana, notevole crisi e cambiamenti 2024, foto diKarolina Grabowska
    Enogastronomia italiana, notevole crisi e cambiamenti 2024, foto diKarolina Grabowska
    Riflessione personale

    In qualità di titolare dell’agenzia Foodandwineangels, Carol Agostini conosce bene le sfide e le opportunità del settore enogastronomico. La sua esperienza nel mondo dell’export e della selezione di prodotti per mercati esteri le ha permesso di comprendere l’importanza di creare connessioni solide tra produttori italiani e distributori internazionali. In un contesto globale sempre più competitivo, è essenziale che le aziende italiane riescano a distinguersi non solo per la qualità dei loro prodotti, ma anche per la capacità di adattarsi ai cambiamenti del mercato.

    Il futuro dell’enogastronomia italiana dipenderà dalla capacità delle imprese di innovare, di investire in sostenibilità e di valorizzare le eccellenze locali, mantenendo al contempo un forte legame con le tradizioni. Solo in questo modo sarà possibile superare le sfide attuali e garantire un futuro prospero a uno dei settori più iconici del nostro Paese.

    L’esportazione di vino da Malta verso il mercato internazionale, compreso quello americano, è un settore di nicchia ma in crescita. Secondo i dati del 2022, Malta ha esportato vino per un valore di circa 300.000 dollari, con i principali mercati di destinazione che includono Paesi europei come Paesi Bassi, Francia, Spagna e Grecia. Tuttavia, gli Stati Uniti non risultano tra le principali destinazioni dell’esportazione di vino maltese, suggerendo che la penetrazione di questo prodotto in America è limitata.

    Per quanto riguarda l’importazione, Malta ha importato vino per un valore di circa 30,5 milioni di dollari nel 2022, principalmente dall’Italia, seguita dalla Francia e dalla Spagna. Questa dipendenza dai mercati europei potrebbe indicare che gli sforzi per esportare verso altre regioni come gli Stati Uniti non sono ancora così sviluppati, ma esistono opportunità di crescita.

    Se ti servono ulteriori dettagli o dati specifici sulle esportazioni vinicole maltesi verso l’America, puoi consultare le statistiche pubblicate dall’Osservatorio del Complesso Economico (OEC) o dal National Statistics Office di Malta.

    Enogastronomia italiana, notevole crisi e cambiamenti 2024, foto di Gustavo Fring
    Enogastronomia italiana, notevole crisi e cambiamenti 2024, foto di Gustavo Fring

    L’esportazione di vino dall’Italia verso gli Stati Uniti, in particolare verso regioni come New York, continua a ricoprire un ruolo fondamentale nel commercio globale del vino. Secondo rapporti recenti, gli Stati Uniti rimangono il maggior importatore di vino al mondo, con importazioni che hanno raggiunto i 6,79 miliardi di dollari nel 2022. L’Italia rappresenta uno dei principali esportatori verso questo mercato, con circa 2,03 miliardi di dollari di vino esportato, posizionandosi come il secondo maggior fornitore dopo la Francia. I vini italiani sono particolarmente apprezzati per la loro qualità e varietà, con etichette popolari come Chianti, Barolo e Prosecco in testa alle vendite.

    Il mercato di New York, in particolare, riveste un’importanza cruciale grazie al suo status di centro culturale ed economico, caratterizzato da una scena ristorativa vivace e da una base di consumatori sofisticata. La domanda di vini italiani premium continua a crescere, supportata dalla numerosa popolazione italo-americana della città e dall’influenza di sommelier di alto livello e critici del vino. Inoltre, eventi come Vinitaly International e altre fiere vinicole tenute a New York aiutano i produttori italiani a connettersi con i distributori americani, contribuendo ulteriormente all’aumento delle esportazioni.

    Tuttavia, non mancano le sfide. L’aumento dei costi di produzione, insieme all’inflazione e all’incertezza economica, ha influenzato le abitudini di spesa dei consumatori, causando una leggera diminuzione nell’acquisto di vini di lusso. Allo stesso tempo, le difficoltà logistiche, comprese le tariffe e le interruzioni della catena di approvvigionamento, hanno impattato il flusso generale di vino tra Italia e Stati Uniti. Nonostante questi ostacoli, gli analisti rimangono ottimisti sulla resilienza dei vini italiani nel mercato americano, soprattutto perché i consumatori più giovani stanno mostrando un interesse crescente per vini biologici e sostenibili.

    In conclusione, sebbene l’industria vinicola italiana affronti alcune difficoltà, la sua forte presenza a New York e nel mercato statunitense più ampio, supportata da solidi legami culturali e da una tradizione di eccellenza, suggerisce una prospettiva positiva per una crescita e un successo continui.

    Carol Agostini fondatore del Magazine Papillae, titolare Agenzia FoodandWineAngels, commissario internazionale, selezionatore, Food&Wine Writer
    Carol Agostini fondatore del Magazine Papillae, titolare Agenzia FoodandWineAngels, commissario internazionale, selezionatore, Food&Wine Writer

    Siti partners articolo: https://carol-agostini.tumblr.com/ https://www.foodandwineangels.com/ https://www.papillae.it/

  • Lo Champagne Experience 2024, esclusivo evento a Modena

    Lo Champagne Experience 2024, esclusivo evento a Modena

    Lo Champagne Experience è alle porte per sedurre con tutte le bollicine francesi

    di Carol Agostini

    Lo Champagne Experience 2024, che si terrà il 20 e 21 ottobre a ModenaFiere, rappresenta un appuntamento imperdibile per gli amanti dello champagne e i professionisti del settore. Con oltre 150 produttori partecipanti, tra grandi maison e piccoli vigneron, la manifestazione offre la possibilità di degustare più di 800 etichette, suddivise in base alle principali zone di produzione della Champagne. Saranno presenti espositori di fama mondiale, e sarà possibile scoprire le ultime tendenze e le tecniche di produzione sostenibile, come l’agricoltura biologica e biodinamica, adottate da molte delle cantine presenti.

    Lo Champagne Experience 2024, esclusivo evento a Modena, foto da comunicato stampa
    Lo Champagne Experience 2024, esclusivo evento a Modena, foto da comunicato stampa

    Modena si conferma una sede ideale per eventi di questo tipo, grazie alla sua posizione strategica nel cuore dell’Italia e alla sua tradizione enogastronomica. Durante l’evento, sono previste anche masterclass e seminari guidati da esperti internazionali, oltre a incontri con critici, buyer e importatori, il che rende l’evento una vetrina di networking per gli operatori del settore.

    Lo Champagne Experience non è solo un viaggio tra le bollicine, ma anche un’immersione nella cultura dello champagne, un vino legato alla storia, alla leggenda e al territorio della regione francese da cui prende il nome. La Champagne, situata nel nord-est della Francia, ha una lunga tradizione vitivinicola che risale all’epoca romana, ma è diventata celebre nel XVII secolo grazie alla figura leggendaria di Dom Pérignon, un monaco benedettino che perfezionò il metodo champenoise, il processo di spumantizzazione che conferisce al vino le sue caratteristiche bollicine.

    Lo Champagne Experience 2024, esclusivo evento a Modena, foto da comunicato stampa
    Lo Champagne Experience 2024, esclusivo evento a Modena, foto da comunicato stampa

    Oltre alla degustazione, l’evento offrirà un’area ristorazione curata dagli chef di “Modena a Tavola”, con un menu ricco di piatti della tradizione modenese, unendo così due eccellenze: lo champagne e la gastronomia italiana.

    Per i visitatori, sarà disponibile un servizio di navetta gratuito da e per la stazione ferroviaria di Modena, rendendo facile l’accesso a ModenaFiere. La partecipazione richiede l’acquisto dei biglietti in anticipo, dato il grande afflusso previsto.

    Lo Champagne Experience 2024, esclusivo evento a Modena, foto da comunicato stampa
    Lo Champagne Experience 2024, esclusivo evento a Modena, foto da comunicato stampa

    Questa edizione si distingue anche per l’attenzione alla sostenibilità, con numerosi produttori che hanno scelto di adottare pratiche rispettose dell’ambiente, confermando che il futuro della viticoltura guarda sempre più alla responsabilità ambientale.

    Lo Champagne Experience 2024 è una celebrazione del mondo dello champagne, un’occasione unica per scoprire le sfumature di uno dei vini più prestigiosi al mondo e per immergersi in una cultura che fonde tradizione, innovazione e lusso.

    Carol Agostini fondatore del Magazine Papillae, titolare Agenzia FoodandWineAngels, commissario internazionale, selezionatore, Food&Wine Writer
    Carol Agostini fondatore del Magazine Papillae, titolare Agenzia FoodandWineAngels, commissario internazionale, selezionatore, Food&Wine Writer

    Sito evento: https://www.champagneexperience.it/

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  • Emozioni dal Mondo Merlot e Cabernet Insieme 2024 Concorso

    Emozioni dal Mondo Merlot e Cabernet Insieme 2024 Concorso

    Concorso Internazionale Enologico “Emozioni dal Mondo: Merlot e Cabernet Insieme”: Un Incontro di Eccellenza tra Vitigni e Cultura Vinicola

    di Carol Agostini

    Nel vasto panorama enologico internazionale, il concorso “Emozioni dal Mondo: Merlot e Cabernet Insieme” rappresenta uno degli eventi più prestigiosi dedicati a due delle varietà di uva più conosciute e apprezzate al mondo: il Merlot e il Cabernet. La manifestazione, organizzata ogni anno a Bergamo, in Italia, non è solo un’occasione per celebrare il vino, ma anche un momento di confronto tra culture vinicole diverse, unite dalla passione per la qualità e l’innovazione. Questo evento, che raccoglie vini da ogni angolo del globo, rappresenta un omaggio ai vitigni che hanno modellato l’industria vinicola mondiale e continua a farlo anno dopo anno.

    Emozioni dal Mondo Merlot e Cabernet Insieme 2024 Concorso, foto di repertorio di tutti i commissari
    Emozioni dal Mondo Merlot e Cabernet Insieme 2024 Concorso, foto di repertorio di tutti i commissari

    Il Fascino del Concorso “Emozioni dal Mondo”

    Dal 2005, il concorso internazionale enologico “Emozioni dal Mondo: Merlot e Cabernet Insieme” riunisce produttori, esperti e appassionati del vino in un evento unico nel suo genere. Organizzato dal Consorzio Tutela Valcalepio, in collaborazione con l’OIV (Organizzazione Internazionale della Vigna e del Vino) e con il patrocinio di enti pubblici e privati, l’evento si svolge in provincia di Bergamo, una delle zone vinicole emergenti del nord Italia.

    La particolarità del concorso risiede nel fatto che i vini protagonisti sono tutti ottenuti da almeno l’85% di uve Merlot e/o Cabernet Sauvignon o Cabernet Franc, due vitigni che hanno scritto la storia del vino sia in Europa che nel resto del mondo. Ogni anno, centinaia di produttori inviano i propri vini da oltre 30 paesi per partecipare a questa competizione, che offre un palcoscenico internazionale per mettere in luce la qualità e la diversità delle produzioni basate su questi vitigni iconici.

    Merlot e Cabernet: Due Protagonisti del Mondo Vinicolo

    Per comprendere appieno l’importanza di questo concorso, è essenziale esplorare le caratteristiche e il ruolo che i vitigni Merlot e Cabernet hanno giocato nella storia del vino.

    Il Merlot: Eleganza e Morbidezza

    Il Merlot è uno dei vitigni più coltivati al mondo, apprezzato per la sua capacità di dare vita a vini morbidi, rotondi e dal carattere fruttato. Originario della regione di Bordeaux, in Francia, il Merlot si distingue per la sua versatilità e capacità di adattarsi a diversi terroir, contribuendo a creare vini di grande fascino. Il Merlot è spesso associato a note di frutti rossi maturi come ciliegie, prugne e more, arricchite da toni speziati e cioccolatosi nelle versioni invecchiate.

    È un vitigno che si presta sia alla vinificazione in purezza sia all’assemblaggio, dove spesso apporta morbidezza e rotondità ad altri vini più strutturati.
    La popolarità del Merlot ha superato i confini francesi, trovando una seconda patria in paesi come l’Italia, gli Stati Uniti (particolarmente in California e Washington), il Cile e l’Australia. La sua capacità di adattarsi a climi diversi e di esprimere caratteristiche uniche a seconda del terroir lo rende un vitigno estremamente apprezzato sia dai produttori che dai consumatori.

    Il Cabernet Sauvignon: Struttura e Longevità

    D’altro canto, il Cabernet Sauvignon è universalmente riconosciuto come uno dei vitigni più nobili del mondo. Anche questo vitigno ha le sue origini a Bordeaux, dove è spesso utilizzato insieme al Merlot per creare i famosi vini della regione. Il Cabernet Sauvignon si distingue per la sua struttura tannica, la sua longevità e la complessità aromatica, che varia dai frutti neri come ribes e mirtilli, alle spezie, al tabacco, al cuoio, fino alle note erbacee e mentolate.

    Grazie alla sua buccia spessa e al suo elevato contenuto di tannini, il Cabernet Sauvignon produce vini con un’ottima capacità di invecchiamento. Nel corso degli anni, questi vini sviluppano una complessità straordinaria, con l’integrazione perfetta di frutta, spezie e componenti terziarie. Oltre alla Francia, dove è il re indiscusso dei vini di Bordeaux, il Cabernet Sauvignon è coltivato con successo in numerosi altri paesi, tra cui l’Italia, la Spagna, gli Stati Uniti, il Sudafrica, l’Australia e il Cile.

    Il Ruolo dell’Assemblaggio: Merlot e Cabernet Insieme

    La combinazione di Merlot e Cabernet è una delle più celebri e iconiche della storia del vino, soprattutto nella regione di Bordeaux. Questi due vitigni si completano a vicenda: il Merlot apporta morbidezza, rotondità e frutto, mentre il Cabernet contribuisce con struttura, tannini e capacità di invecchiamento. È questa sinergia tra i due vitigni che ha dato vita ai grandi vini di Bordeaux, e che è celebrata con tanta passione nel concorso “Emozioni dal Mondo”.

    L’arte dell’assemblaggio tra Merlot e Cabernet non è tuttavia limitata alla Francia. Questo blend è stato adottato con grande successo in altre parti del mondo, dove i produttori sperimentano diverse percentuali e tecniche per esaltare le caratteristiche uniche dei due vitigni, creando vini che riflettono il terroir locale pur mantenendo la firma inconfondibile del blend Merlot-Cabernet.

    Emozioni dal Mondo Merlot e Cabernet Insieme 2024 Concorso, logo di OIV, partner del concorso
    Emozioni dal Mondo Merlot e Cabernet Insieme 2024 Concorso, logo di OIV, partner del concorso

    Il Concorso: Oltre il Vino

    Seppur focalizzato su Merlot e Cabernet, il concorso “Emozioni dal Mondo” è molto più di una semplice competizione enologica. Ogni anno, l’evento diventa un’opportunità di incontro e scambio tra professionisti del settore, con degustazioni, seminari e conferenze che esplorano le nuove tendenze del mercato, le tecniche di vinificazione all’avanguardia e l’importanza della sostenibilità nella produzione vinicola.

    Uno degli aspetti più interessanti del concorso è la giuria internazionale. Composta da enologi, giornalisti, sommelier e esperti del settore provenienti da tutto il mondo, la giuria valuta i vini partecipanti attraverso una degustazione alla cieca, garantendo imparzialità e rigore. I vini vengono giudicati non solo per la loro qualità intrinseca, ma anche per la loro capacità di emozionare, un criterio che pone l’accento sulla connessione emotiva che un vino può creare con chi lo degusta.

    I premi assegnati durante il concorso sono un riconoscimento importante per i produttori, poiché offrono visibilità internazionale e la possibilità di entrare in nuovi mercati. Le categorie principali comprendono le medaglie d’oro, d’argento e di bronzo, ma vengono assegnati anche riconoscimenti speciali per i vini che si distinguono per particolari caratteristiche o innovazioni.

    Emozioni dal Mondo Merlot e Cabernet Insieme 2024 Concorso, logo partner concorso
    Emozioni dal Mondo Merlot e Cabernet Insieme 2024 Concorso, logo partner concorso

    L’Impatto sul Territorio

    Nonostante la vocazione internazionale del concorso, l’evento ha anche un forte impatto sul territorio locale. Bergamo e la sua provincia, con le sue colline e vigneti, sono diventate una destinazione sempre più apprezzata dagli amanti del vino e del turismo enogastronomico. Il concorso contribuisce a promuovere l’immagine del territorio come una zona di eccellenza vinicola, mettendo in luce non solo i produttori locali, ma anche le ricchezze storiche, culturali e gastronomiche della regione.

    Il Valcalepio, il vino simbolo della zona, è spesso protagonista durante il concorso, permettendo ai partecipanti di scoprire una delle denominazioni più interessanti del panorama vinicolo lombardo. Ottenuto da uve Merlot e Cabernet Sauvignon, il Valcalepio rappresenta un perfetto esempio di come i vitigni internazionali possano essere interpretati in modo originale e autentico in un contesto locale.

    Emozioni dal Mondo Merlot e Cabernet Insieme 2024 Concorso, logo partner concorso
    Emozioni dal Mondo Merlot e Cabernet Insieme 2024 Concorso, logo partner concorso

    Il concorso internazionale “Emozioni dal Mondo: Merlot e Cabernet Insieme” è una celebrazione dell’eccellenza vinicola, che unisce produttori e appassionati di vino da tutto il mondo. Attraverso la competizione, i vini a base di Merlot e Cabernet trovano una vetrina prestigiosa dove esprimere la propria unicità e qualità, mentre la giuria internazionale garantisce un giudizio imparziale e rigoroso.

    L’evento non solo promuove i vini di eccellenza, ma favorisce anche il dialogo e lo scambio tra culture vinicole diverse, contribuendo a diffondere la conoscenza e l’apprezzamento per questi due vitigni iconici. Il concorso rappresenta, infine, un’opportunità per il territorio di Bergamo di affermarsi sempre più come una meta di riferimento per il turismo enologico e culturale, consolidando il suo ruolo nel panorama vinicolo internazionale.

    Carol Agostini fondatore del Magazine Papillae, titolare Agenzia FoodandWineAngels, commissario internazionale, selezionatore, Food&Wine Writer
    Carol Agostini fondatore del Magazine Papillae, titolare Agenzia FoodandWineAngels, commissario internazionale, selezionatore, Food&Wine Writer

    Sito concorso: https://www.emozionidalmondo.it/it/

    Siti partners articolo: https://carol-agostini.tumblr.com/ https://www.foodandwineangels.com/ https://www.papillae.it/

  • Le Origini della Maza: cibo Sacro e autentico dal 338 a.C.

    Le Origini della Maza: cibo Sacro e autentico dal 338 a.C.

    La Pizza Maza di Lanuvio: Storia, Leggenda e Riscoperta di un’Antica Tradizione

    di Carol Agostini

    Lanuvio, piccolo borgo situato nei Castelli Romani, custodisce una tradizione culinaria millenaria che sta vivendo un periodo di riscoperta e valorizzazione: la Pizza Maza. Questo piatto, anticamente consumato nella regione del Lazio e ora recuperato grazie alla passione di chef e ricercatori locali, incarna la sintesi perfetta tra storia, leggenda e gastronomia. In particolare, il rinomato chef Giuseppe Verri ha avuto un ruolo centrale nel riportare alla luce questo antico alimento, che non è solo un simbolo della tradizione culinaria lanuvina, ma anche una testimonianza storica di un passato profondamente radicato nella cultura latina.

    Le Origini della Maza: cibo Sacro e autentico dal 338 a.C., Maza farcita, foto di repertorio dello Chef Giuseppe Verri
    Le Origini della Maza: cibo Sacro e autentico dal 338 a.C., Maza farcita, foto di repertorio dello Chef Giuseppe Verri

    La Maza era un alimento semplice ma versatile, utilizzato come accompagnamento ad altri cibi o come piatto unico. Si trattava di una focaccia non lievitata, preparata con ingredienti rustici e locali come farina di farro, orzo, ceci o fave, mescolati con acqua, olio, miele o latte. Grazie alla sua natura nutriente e alla sua facilità di preparazione, la Maza era diffusa in tutta l’antica Lanuvium, fungendo da cibo di base per la popolazione. Era particolarmente apprezzata sia in forma salata, abbinata a olive, legumi o carni arrostite, sia nella sua variante dolce, consumata durante banchetti e cerimonie speciali.

    Tra le numerose testimonianze di autori antichi che fanno riferimento alla Maza, spiccano quelle di Properzio ed Eliano. Questi autori raccontano di cerimonie in onore del serpente sacro a Giunone Sospita, divinità venerata a Lanuvio, durante le quali giovani vergini offrivano focacce di farro al serpente all’interno di una grotta sacra. Il rito, che combinava religione e gastronomia, rappresentava un momento chiave nella vita religiosa dell’antica Lanuvio e testimonia quanto la Maza fosse radicata nella cultura locale. Questo evento sacro si svolgeva nel lucus dedicato a Giunone, uno dei più importanti luoghi di culto della regione.

    Le Origini della Maza: cibo Sacro e autentico dal 338 a.C., Maza farcita, foto di repertorio dello Chef Giuseppe Verri
    Le Origini della Maza: cibo Sacro e autentico dal 338 a.C., Maza farcita, foto di repertorio dello Chef Giuseppe Verri

    La Riscoperta della Maza: Giuseppe Verri e il Festival di Lanuvio

    Dopo secoli di oblio, la Maza è stata riscoperta e rilanciata nel panorama gastronomico grazie all’impegno di Giuseppe Verri, chef e scultore originario dei Castelli Romani, che ha compreso il valore storico e culturale di questa antica focaccia. Attraverso un lavoro di ricerca e sperimentazione, Verri ha recuperato le tecniche di lavorazione e gli ingredienti originali, come i grani antichi italiani, tra cui farro, saragolla e grano Senatore Cappelli, che erano alla base della dieta dei romani e dei popoli latini.

    Questi grani, ricchi di sapore e nutrienti, erano parte integrante dell’alimentazione antica, soprattutto grazie alla loro alta digeribilità e alla capacità di crescere in terreni poveri. L’uso di questi cereali ha permesso a Verri di ricreare una Maza dal sapore autentico, conservando le sue caratteristiche rustiche e semplici, ma al tempo stesso attualizzandola per il palato contemporaneo.

    Le Origini della Maza: cibo Sacro e autentico dal 338 a.C., Maza farcita, foto di repertorio dello Chef Giuseppe Verri
    Le Origini della Maza: cibo Sacro e autentico dal 338 a.C., Maza farcita, foto di repertorio dello Chef Giuseppe Verri

    Ma la riscoperta della Maza non si è fermata alla sola preparazione culinaria. Nel 2018, Lanuvio ha lanciato un festival dedicato a questo alimento antico, con l’obiettivo di promuovere non solo la gastronomia locale, ma anche la storia e la cultura della città. Il festival è un evento ricco di spettacoli, rievocazioni storiche e degustazioni che attirano visitatori da tutta Italia. Grazie alla collaborazione con istituzioni locali e nazionali, come il Parco Archeologico di Paestum e il Museo Nazionale di Napoli, il festival ha acquisito una dimensione culturale di grande spessore, facendo dialogare l’antica tradizione di Lanuvio con altre realtà italiane legate alla panificazione storica.

    Durante il festival, viene rievocato anche il rito del serpente sacro a Giunone Sospita, con processioni di giovani donne e la preparazione delle antiche focacce di farro, in una suggestiva ricostruzione delle cerimonie che avevano luogo nell’antica Lanuvium. Questo evento, oltre a valorizzare il patrimonio archeologico della città, rappresenta un’occasione unica per educare le nuove generazioni al rispetto del proprio passato, riscoprendo il senso civico attraverso la celebrazione delle tradizioni.

    Uno dei temi centrali del festival dedicato alla Maza è la valorizzazione dei grani antichi, una risorsa fondamentale per la salute e l’ambiente. Negli ultimi anni, c’è stato un crescente interesse per queste varietà di grano che, rispetto ai grani moderni, conservano intatte le loro proprietà nutrizionali. Il farro, il grano più antico coltivato in Italia, è tra gli ingredienti principali utilizzati per la preparazione della Maza, insieme ad altri grani tradizionali come la saragolla e il grano duro Senatore Cappelli.

    Le Origini della Maza: cibo Sacro e autentico dal 338 a.C., Maza farcita, foto di repertorio dello Chef Giuseppe Verri
    Le Origini della Maza: cibo Sacro e autentico dal 338 a.C., Maza farcita, foto di repertorio dello Chef Giuseppe Verri

    Questi cereali, oltre ad avere un contenuto proteico più elevato e un glutine meno aggressivo rispetto ai grani moderni, sono coltivati con tecniche sostenibili che rispettano l’ambiente. La riscoperta di questi grani ha riportato l’attenzione su un modo di mangiare più sano e rispettoso del territorio, in linea con la filosofia che sottende alla riscoperta della Maza.

    Le Origini della Maza: cibo Sacro e autentico dal 338 a.C., Maza farcita, foto di repertorio dello Chef Giuseppe Verri
    Le Origini della Maza: cibo Sacro e autentico dal 338 a.C., Maza farcita, foto di repertorio dello Chef Giuseppe Verri

    Lanuvio e i Castelli Romani: Una Tradizione Culinaria Ricca di Storia

    La riscoperta della Maza non sarebbe completa senza un’analisi più ampia della tradizione culinaria dei Castelli Romani. Questa regione, celebre per la sua cucina semplice e genuina, è rinomata per una serie di piatti che riflettono le sue radici contadine, come la celebre porchetta di Ariccia, i frascarelli (una polenta tipica) e i pregiati vini, tra cui il Frascati DOC. La Maza, con la sua semplicità e autenticità, si inserisce perfettamente in questo contesto, riportando alla memoria la cucina dei tempi antichi, fatta di pochi ma genuini ingredienti.

    Nella storia dei Castelli Romani, Lanuvio occupa un posto di rilievo, non solo per il suo ricco patrimonio storico e archeologico, ma anche per i personaggi illustri che vi hanno soggiornato. Da Marco Aurelio a Plinio il Giovane, passando per l’imperatore Tito, molti grandi della storia romana hanno trascorso del tempo in questa zona, affascinati dalla sua bellezza e dalla sua posizione strategica. Non sorprende, quindi, che la Maza, con il suo legame con il tempio di Giunone e con le cerimonie sacre, fosse considerata un alimento di grande importanza anche dal punto di vista religioso.

    LEGGI ANCHE: https://www.papillae.it/cibo-e-vino-vitali-dinamiche-culturali-sociali/

    Oggi, grazie a eventi come il Festival della Maza, questa antica focaccia sta vivendo una nuova stagione di gloria. L’iniziativa, supportata dalle istituzioni locali e nazionali, ha l’obiettivo di promuovere la conoscenza storica e gastronomica di Lanuvio, offrendo anche un’occasione di aggregazione sociale e culturale per la comunità. La partecipazione di chef, ricercatori e artigiani locali permette di mantenere viva una tradizione millenaria, rispettando l’autenticità delle fonti storiche e apportando al contempo vivacità e modernità.

    La Maza rappresenta non solo un collegamento con il passato, ma anche un’opportunità per valorizzare il patrimonio enogastronomico del territorio e promuovere un modello di alimentazione sano e sostenibile, in linea con le esigenze contemporanee. Grazie a persone come Giuseppe Verri e alla collaborazione tra enti locali e nazionali, la Pizza Maza è destinata a diventare un simbolo della cultura e della storia di Lanuvio, unendo passato e presente in un piatto che racconta millenni di tradizioni.

    Carol Agostini fondatore del Magazine Papillae, titolare Agenzia FoodandWineAngels, commissario internazionale, selezionatore, Food&Wine Writer
    Carol Agostini fondatore del Magazine Papillae, titolare Agenzia FoodandWineAngels, commissario internazionale, selezionatore, Food&Wine Writer

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  • Raffaele D’Angelo, nuovo programma enogastronomico

    Raffaele D’Angelo, nuovo programma enogastronomico

    Raffaele D’Angelo e la sua accademia enogastronomica

    di Carol Agostini

    Raffaele D’Angelo è il fondatore e direttore della Wine&Food Academy di Parma, un’organizzazione che promuove la cultura enogastronomica locale ed è strettamente legata alla tradizione della Food Valley, la zona nota per le eccellenze alimentari italiane come il Parmigiano Reggiano e il Prosciutto di Parma. Parma, riconosciuta come Città Creativa per la Gastronomia dall’UNESCO, è il contesto perfetto per la sua iniziativa, che riunisce esperti del settore enogastronomico, imprenditori, accademici e appassionati del buon cibo e vino.

    La Wine&Food Academy organizza una serie di incontri e degustazioni che coinvolgono personalità di rilievo del mondo del vino e della gastronomia. L’obiettivo principale è creare un luogo di scambio di idee e promuovere le eccellenze del territorio, coinvolgendo non solo i professionisti del settore, ma anche il pubblico attraverso eventi gratuiti e aperti a tutti.

    Questi appuntamenti hanno un forte taglio culturale e didattico, puntando a sensibilizzare sui temi della qualità e della sostenibilità dei prodotti alimentari, sia a livello locale che nazionale.

    D’Angelo è noto per il suo impegno nella diffusione della cultura enogastronomica e per il suo lavoro con professionisti di rilievo, tra cui sommelier, giornalisti e accademici. La Wine&Food Academy non è solo una piattaforma per la promozione del buon cibo, ma un vero e proprio punto di incontro per discutere del futuro dell’enogastronomia italiana e del suo ruolo in un contesto globale

    Raffaele D'Angelo, nuovo programma enogastronomico, foto da comunicato stampa
    Raffaele D’Angelo, nuovo programma enogastronomico, foto da comunicato stampa

     

    Wine&Food Academy: un nuovo anno di sapori e di cultura enogastronomica

    Wine&Food Academy, nata a Parma nel 2016 come centro di promozione della cultura del buon cibo e del buon vino, annuncia il programma 2024-2025, ricco di eventi che esplorano l’universo enogastronomico in profondità. L’associazione, recentemente trasformata in APS, rinnova il suo impegno con una serie di incontri che vedranno protagonisti produttori, viticoltori, giornalisti e artigiani del gusto.

    Gli eventi della stagione

    La stagione 2024-2025 si apre con una serie di incontri che spaziano dal cibo al vino, toccando temi culturali, storici e scientifici. Tra gli appuntamenti principali:

    26 settembre 2024: “Il ruolo del pediatra nell’educazione alimentare del bambino”, un incontro dedicato alla prevenzione dell’obesità infantile, in collaborazione con il Circolo ARCI Golese. (già svolto)

    27 ottobre 2024: l’evento a San Giorgio in Piano (BO) vedrà protagonisti i vitigni resistenti della Toscana con la partecipazione del produttore Roberto Droandi e della presidente di Federbio Maria Grazia Mammuccini.

    22 Novembre 2024: degustazione dedicata alla Barbera, con un confronto tra i territori del Piemonte e dell’Emilia-Romagna, guidato da sommelier esperti.
    7 Febbraio 2025: “I grandi maestri del vino” ha garantito la partecipazione Walter Massa, pioniere del Timorasso, uno dei vitigni autoctoni più pregiati dei colli tortonesi.

    Marzo 2025: anteprima della Guida Essenziale ai Vini d’Italia 2025 presentata da Daniele Cernilli, in arte Doctor Wine, con degustazione di bollicine regionali.
    1 Giugno 2025: evento conclusivo “Le perle dell’Emilia”, una mostra mercato all’aperto con i migliori vini emiliani, accompagnata da una masterclass e un concerto jazz.

    Raffaele D'Angelo, nuovo programma enogastronomico, foto da facebook di Raffaele D'Angelo
    Raffaele D’Angelo, nuovo programma enogastronomico, foto da facebook di Raffaele D’Angelo

    La maggior parte degli eventi si terrà presso la Trattoria Gatto Gambarone a Noceto (PR).
    Patrocini: Consorzio del Parmigiano Reggiano, FenImprese Bologna e Circolo ARCI Golese.
    In collaborazione con: Osteria Gatto Gambarone, Sant’Ilario Rappresentanze, Arte & Gusto Suites, SALCAL (Salumi di Calabria), Amaro Milone, SA MURTA e Rotary Club San Giorgio di Piano Giulietta Masina

    Il programma completo è presente sul seguente link: https://www.wineandfoodacademy.it/iniziative/

    Wine&Food Academy, APS dal 2024, Strada Baganzola, 189/A 43126 Baganzola (PR) si propone di diffondere la cultura enogastronomica attraverso eventi che combinano il sapere e il sapore, nel cuore pulsante dell’Emilia, Parma – Città creativa UNESCO per la gastronomia.

    Per maggiori informazioni e per eventuali chiarimenti:
    Email: info@wineandfoodacademy.it cell. 3281275933 Raffaele D’Angelo

    Carol Agostini fondatore del Magazine Papillae, titolare Agenzia FoodandWineAngels, commissario internazionale, selezionatore, Food&Wine Writer
    Carol Agostini fondatore del Magazine Papillae, titolare Agenzia FoodandWineAngels, commissario internazionale, selezionatore, Food&Wine Writer

    Sito di riferimento:  www.consulentedelgusto.it

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  • 2024 Cibo e vino: vitale dinamica culturale e sociale

    2024 Cibo e vino: vitale dinamica culturale e sociale

    Cibo e vino,  le radici antiche: vitale l’inizio della civilizzazione alimentare

    di Carol Agostini

    Il mondo del cibo e vino, così centrale nella cultura e nelle dinamiche sociali di ogni epoca, ha subito profondi cambiamenti nel corso della storia. Le abitudini alimentari, i gusti e i modi in cui il cibo e il vino vengono prodotti, consumati e percepiti si sono evoluti in risposta a fattori sociali, economici e culturali. Dalle antiche civiltà fino ai giorni nostri, questo settore ha influenzato e, allo stesso tempo, è stato influenzato dai cambiamenti della società.

    Il cibo e vino hanno avuto un ruolo fondamentale fin dall’antichità, quando l’agricoltura iniziò a svilupparsi e le comunità umane abbandonarono il nomadismo per stabilirsi in insediamenti stabili. Le civiltà della Mesopotamia, dell’Egitto e della Grecia antica hanno lasciato testimonianze evidenti della loro attenzione verso la coltivazione e la produzione alimentare.

    2024 Cibo e vino: vitale dinamica culturale e sociale, foto da pexel
    2024 Cibo e vino: vitale dinamica culturale e sociale, foto da pexel

    Nella Mesopotamia, la coltivazione del grano e dell’orzo ha dato vita a una delle prime culture agricole, mentre l’introduzione della fermentazione ha portato alla produzione delle prime birre e vini. La birra, più che il vino, era considerata una bevanda per le masse, e il suo consumo era strettamente legato a celebrazioni religiose e occasioni comunitarie.

    Gli antichi Egizi, d’altro canto, sono noti per il loro sofisticato sistema agricolo lungo il Nilo, che permetteva la produzione di alimenti come pane, verdure, carne, e soprattutto vino, una bevanda riservata principalmente alla nobiltà e ai rituali religiosi. I banchetti e le feste egiziane riflettevano una gerarchia sociale ben definita: il cibo e il vino erano simboli di potere, prosperità e divinità.

    2024 Cibo e vino: vitale dinamica culturale e sociale, foto da pexel
    2024 Cibo e vino: vitale dinamica culturale e sociale, foto da pexel

    In Grecia e Roma, la viticoltura e l’olio d’oliva diventarono pilastri dell’economia e della cultura. Il vino, in particolare, aveva un ruolo sacrale e sociale. Nell’antica Grecia, ad esempio, il vino era centrale nel simposio, un incontro conviviale dove il consumo di vino era accompagnato da conversazioni filosofiche, musica e intrattenimento. Questo tipo di consumo rafforzava le gerarchie sociali e la cultura della condivisione.

    Anche a Roma, il vino era onnipresente e consumato da tutti i ceti sociali, sebbene con qualità diverse: mentre i ricchi si dedicavano ai vini più pregiati, le classi popolari dovevano accontentarsi di prodotti di qualità inferiore. Il cibo e il vino rappresentavano in modo evidente il benessere sociale, ma erano anche strumenti di coesione e integrazione culturale, come dimostra l’introduzione di nuovi ingredienti e vini provenienti dalle province dell’impero.

    Con il crollo dell’Impero Romano, l’Europa attraversò un periodo di grandi trasformazioni economiche e sociali. Durante il Medioevo, la Chiesa ebbe un ruolo predominante nel plasmare il rapporto della società con il cibo e il vino. I monasteri divennero importanti centri di produzione vinicola, con i monaci che affinavano le tecniche di vinificazione e introducevano nuove varietà di vitigni. I vigneti dei monasteri, in particolare in Francia e Germania, divennero i precursori delle moderne regioni vinicole europee.

    2024 Cibo e vino: vitale dinamica culturale e sociale, foto da pexel
    2024 Cibo e vino: vitale dinamica culturale e sociale, foto da pexel

    Dal punto di vista sociale, il consumo di cibo e vino era influenzato dai precetti religiosi e dalle festività. Il digiuno e l’astinenza erano pratiche comuni imposte dalla Chiesa, ma durante i giorni festivi o le celebrazioni religiose, i banchetti erano momenti di abbondanza. Il vino, usato anche per la celebrazione della messa, manteneva un ruolo sacro, oltre che conviviale.

    Le dinamiche alimentari durante il Medioevo riflettevano forti disuguaglianze sociali. I banchetti dei signori e dei re erano fastosi e includevano carni, pesci, spezie e vini pregiati, mentre i contadini e le classi più povere si nutrivano di zuppe di verdure, pane scuro e birra. Tuttavia, proprio durante questo periodo iniziò a emergere una cultura culinaria più ricca e complessa, grazie anche agli scambi commerciali con l’Oriente che portarono nuove spezie e prodotti, come lo zucchero e il riso.

    2024 Cibo e vino: vitale dinamica culturale e sociale, foto da pexel
    2024 Cibo e vino: vitale dinamica culturale e sociale, foto da pexel

    Rinascimento: il cibo come status simbol

    Con il Rinascimento e l’avvento del commercio internazionale, soprattutto attraverso le rotte marittime verso le Americhe e l’Asia, l’Europa vide un cambiamento significativo nelle abitudini alimentari. Ingredienti esotici come il cacao, il pomodoro, le patate e il caffè iniziarono a essere integrati nella cucina europea, dando origine a nuove preparazioni culinarie.

    In questo periodo, il cibo divenne sempre più un status symbol. La cucina delle corti rinascimentali, come quella dei Medici a Firenze o dei duchi di Borgogna, era raffinata e opulenta. I banchetti diventavano una vetrina del potere e della ricchezza, con tavole imbandite che rappresentavano non solo la capacità di procurarsi ingredienti rari, ma anche la competenza degli chef nel creare piatti sofisticati. Anche il vino, in particolare nelle regioni del sud della Francia e in Italia, iniziò a essere prodotto con tecniche migliorate, e il suo consumo si diffuse tra le classi più agiate.

    Con la Rivoluzione Industriale nel XIX secolo, la produzione e il consumo di cibo e vino subirono trasformazioni epocali. Le innovazioni tecnologiche permisero la produzione su larga scala di alimenti e la conservazione di prodotti deperibili grazie a invenzioni come la refrigerazione e la conservazione in scatola. Questo periodo vide anche la nascita di una nuova cultura alimentare urbana, in cui il cibo divenne più accessibile alle masse grazie all’industrializzazione.

    Il vino, da parte sua, cominciò a essere prodotto in quantità maggiori e a prezzi più accessibili, anche grazie all’introduzione di tecniche agricole e vitivinicole avanzate. Tuttavia, il consumo di alcol subì un’attenzione negativa in alcune parti del mondo, come dimostra il movimento proibizionista negli Stati Uniti all’inizio del XX secolo.

    Nel XX secolo, le dinamiche alimentari furono profondamente influenzate dalla globalizzazione. Il commercio internazionale rese disponibili in tutto il mondo prodotti che una volta erano considerati locali o stagionali. L’industria alimentare divenne sempre più globalizzata, con grandi multinazionali che influenzavano le abitudini alimentari su scala mondiale.

    Tuttavia, verso la fine del secolo, ci fu anche un movimento di ritorno alle origini, una riscoperta del locale e dell’artigianale. Movimenti come lo Slow Food, fondato in Italia negli anni ‘80, cercavano di contrastare la standardizzazione alimentare, promuovendo prodotti locali, tecniche di produzione tradizionali e una cultura del cibo più sostenibile e rispettosa dell’ambiente.

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    Anche il mondo del vino ha vissuto un’evoluzione simile: da una produzione dominata dalle grandi aziende vitivinicole, si è tornati a valorizzare le produzioni locali e i vini artigianali. Le denominazioni di origine controllata (DOC) e le certificazioni di qualità hanno contribuito a tutelare i vini prodotti secondo tecniche tradizionali e con una forte connessione al territorio.

    2024 Cibo e vino: vitale dinamica culturale e sociale, foto da pexel
    2024 Cibo e vino: vitale dinamica culturale e sociale, foto da pexel

    Il presente: sostenibilità e identità culturale

    Nel XXI secolo, le dinamiche sociali e culturali nel mondo del cibo e vino sono sempre più orientate verso la sostenibilità e la ricerca di identità culturale. I consumatori sono diventati più consapevoli riguardo alle implicazioni ambientali delle loro scelte alimentari, e c’è una crescente attenzione verso la produzione biologica, la riduzione degli sprechi alimentari e il rispetto delle risorse naturali.

    Il cibo e  vino sono sempre più visti non solo come beni di consumo, ma come esperienze culturali. Vi è una crescente domanda di trasparenza nella filiera produttiva, con consumatori che cercano prodotti che rispecchino i valori etici e le tradizioni locali. Le degustazioni, le visite in cantina e le esperienze gastronomiche immersive sono diventate strumenti per esplorare le culture locali e le identità regionali.

    In questo contesto, il cibo e vino non sono solo alimenti o bevande, ma raccontano storie, tradizioni e relazioni umane, influenzando profondamente le dinamiche sociali, culturali ed economiche del nostro tempo.

    Carol Agostini fondatore del Magazine Papillae, titolare Agenzia FoodandWineAngels, commissario internazionale, selezionatore, Food&Wine Writer
    Carol Agostini fondatore del Magazine Papillae, titolare Agenzia FoodandWineAngels, commissario internazionale, selezionatore, Food&Wine Writer

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  • Carol Agostini e lo Chef Giuseppe Verri, brillante 2024

    Carol Agostini e lo Chef Giuseppe Verri, brillante 2024

    Scoperta sensoriale e tradizione gastronomica al Casale della Mandria: un’esperienza multisensoriale con Carol Agostini e Giuseppe Verri

    redazione

    Situato tra le pittoresche colline di Lanuvio, nel cuore del Lazio, il Casale della Mandria rappresenta un’oasi di tranquillità e bellezza naturale, ma anche un punto di riferimento per chi desidera immergersi in un’esperienza autentica, che mescola arte, agricoltura e cucina di alta qualità. Con una lunga tradizione alle spalle e un legame profondo con il territorio circostante, il Casale incarna alla perfezione come la cultura rurale italiana possa intrecciarsi con l’innovazione nel campo delle esperienze sensoriali. In questo contesto incantevole, il 25 ottobre si terrà un evento imperdibile, che esplorerà l’universo dei sensi, guidato da due figure eccezionali: Giuseppe Verri e Carol Agostini.

    Carol Agostini esperta sensoriale e Chef Giuseppe Verri, articolo: Carol Agostini e lo Chef Giuseppe Verri, brillante 2024, foto di Carol Agostini
    Carol Agostini esperta sensoriale e Chef Giuseppe Verri, articolo: Carol Agostini e lo Chef Giuseppe Verri, brillante 2024, foto di Carol Agostini

    Giuseppe Verri: tra arte scultorea e gastronomia

    Giuseppe Verri, originario di Lanuvio, è una figura emblematica sia nel panorama artistico che in quello enogastronomico. Con oltre trent’anni di esperienza, Verri è rinomato per la sua abilità di unire due discipline apparentemente lontane: la scultura e la cucina. Queste arti, nelle mani di Verri, si fondono armoniosamente, dando vita a creazioni che stimolano non solo la vista ma anche il palato.

    Verri ha esposto le sue opere in tutto il mondo, sia come chef che come scultore, lasciando un segno profondo nel panorama internazionale grazie al suo approccio multidisciplinare. La sua carriera artistica si ispira alla natura e alla materia, con sculture che celebrano la terra e le forme organiche, esplorando la relazione tra corpo umano e ambiente naturale.

    Anche la sua cucina riflette questa passione per la materia e l’estetica. Ogni piatto è concepito come una piccola opera d’arte, dove gli ingredienti locali e stagionali sono trattati con grande cura e rispetto, creando esperienze gustative che sfidano i sensi. Per Verri, la cucina è la forma più alta di espressione creativa, capace, proprio come la scultura, di toccare i cuori delle persone. Al Casale della Mandria, Verri riesce a realizzare una visione olistica che unisce le sue passioni: l’arte, la gastronomia e l’agricoltura.

    Chef Giuseppe Verri, articolo: Carol Agostini e lo Chef Giuseppe Verri, brillante 2024, foto di Carol Agostini
    Chef Giuseppe Verri, articolo: Carol Agostini e lo Chef Giuseppe Verri, brillante 2024, foto di Carol Agostini

     

    Carol Agostini: un’esperta del mondo sensoriale

    Accanto a Giuseppe Verri, nell’organizzazione di questo straordinario evento, c’è Carol Agostini, una professionista versatile e appassionata. Carol Agostini ha una carriera consolidata nell’ambito dell’enogastronomia e delle esperienze sensoriali. Oltre ad essere sommelier internazionale, Agostini è fondatrice di FoodandWineAngels, un’agenzia che offre consulenza alle aziende del settore alimentare. È anche direttrice del magazine Papillae.it, un portale dedicato alla scoperta e alla valorizzazione del patrimonio enogastronomico italiano.

    Agostini ha fatto dell’educazione sensoriale la sua missione principale, insegnando come cibo e vino possano essere apprezzati come vere e proprie opere d’arte. Secondo lei, ogni ingrediente e ogni sapore devono essere vissuti attraverso un’esperienza sensoriale completa che coinvolga tutti i sensi. Agostini si dedica a potenziare la percezione sensoriale, aiutando le persone a migliorare il proprio modo di vivere il cibo e il vino e, in generale, il mondo che le circonda.

    Carol Agostini, articolo: Carol Agostini e lo Chef Giuseppe Verri, brillante 2024, foto di Carol Agostini
    Carol Agostini, articolo: Carol Agostini e lo Chef Giuseppe Verri, brillante 2024, foto di Carol Agostini

    I sensi: il canale attraverso cui comprendiamo la realtà

    I cinque sensi – vista, udito, olfatto, tatto e gusto – sono le finestre attraverso cui esploriamo il mondo. Tuttavia, oltre a questi sensi ben noti, esistono altre modalità di percezione meno conosciute, come il senso dell’equilibrio (vestibolare) e la propriocezione, che ci consente di essere consapevoli della posizione del nostro corpo nello spazio. Attraverso questi canali sensoriali, possiamo cogliere la complessità e la ricchezza del mondo, in particolare del cibo.

    Uno dei sensi più potenti e affascinanti è senza dubbio l’olfatto, strettamente legato alle emozioni e ai ricordi. La memoria olfattiva ha un potere evocativo straordinario, capace di riportare alla mente ricordi vividi e lontani con una precisione sorprendente. Un semplice profumo può richiamare alla mente esperienze passate, grazie alla connessione diretta tra il sistema olfattivo e le aree cerebrali che regolano la memoria e le emozioni, come il sistema limbico.

    Anche il gusto ha una capacità evocativa simile. La memoria gustativa risveglia sensazioni profonde, legate non solo a ciò che si mangia, ma anche al contesto in cui quel sapore è stato sperimentato. Durante l’evento al Casale della Mandria, Giuseppe Verri sfrutterà queste connessioni per creare piatti che non solo deliziano il palato, ma stimolano ricordi ed emozioni, offrendo un’esperienza culinaria unica.
    L’evento del 25 ottobre: una serata dedicata ai sensi.

    Carol Agostini e lo Chef Giuseppe Verri, brillante 2024, foto di Carol Agostini
    Carol Agostini e lo Chef Giuseppe Verri, brillante 2024, foto di Carol Agostini

    L’evento del 25 ottobre, intitolato “I sensi a tavola”, offrirà un’opportunità straordinaria di immergersi in un’esperienza multisensoriale innovativa. Sotto la guida di Carol Agostini, i partecipanti esploreranno non solo i sensi più tradizionali, ma anche quelli meno conosciuti come la propriocezione e il senso dell’equilibrio.

    Il programma prevede una parte introduttiva sui vari sensi, seguita da attività pratiche che dimostreranno come i sensi possono essere ingannati o interagire tra loro. Per esempio, esperimenti gustativi e olfattivi mostreranno come il sapore di un alimento possa essere percepito diversamente in base agli stimoli visivi o olfattivi che lo accompagnano. La serata si concluderà con un’esperienza sensoriale completa, in cui i partecipanti saranno immersi in una combinazione di stimoli visivi, acustici, olfattivi e gustativi. Al termine, ci sarà spazio per una riflessione collettiva, in cui i partecipanti potranno condividere le proprie sensazioni e scoperte.

    Il territorio e la sua influenza

    Lanuvio, incastonata nel cuore dei Castelli Romani, è una terra ricca di storia e tradizione enogastronomica. Il clima mite e la fertilità del suolo rendono questo territorio un luogo ideale per la produzione di eccellenti prodotti tipici. Il Casale della Mandria rispetta appieno questa tradizione, utilizzando ingredienti locali e stagionali per offrire un’esperienza gastronomica autentica. La filosofia di Giuseppe Verri è quella di valorizzare al massimo le risorse del territorio, proponendo piatti che seguono il ritmo delle stagioni e che rispettano la natura circostante.
    Una serata da non perdere

    Il costo dell’evento è di 50 euro a persona e include l’intero percorso sensoriale, insieme a una cena che promette di essere un vero viaggio nel mondo dei sapori, grazie alla creatività e alla maestria di Giuseppe Verri. L’evento è pensato anche per i più piccoli, con attività sensoriali e un menù dedicato ai bambini, per stimolare la loro curiosità verso il cibo e i sensi.

    Locandina evento, Carol Agostini e lo Chef Giuseppe Verri, brillante 2024
    Locandina evento, Carol Agostini e lo Chef Giuseppe Verri, brillante 2024

    Per partecipare, è necessario prenotare effettuando il pagamento tramite bonifico bancario, i cui dettagli verranno forniti dall’organizzazione.

    Questa serata rappresenta un’occasione unica per chi desidera vivere un’esperienza diversa, in cui mente e corpo vengono coinvolti in un percorso di scoperta sensoriale. Il 25 ottobre, al Casale della Mandria, preparatevi a vivere un evento che cambierà il vostro modo di percepire il mondo, grazie alla straordinaria sinergia tra l’arte culinaria di Giuseppe Verri e la profonda conoscenza sensoriale di Carol Agostini. Non lasciatevi sfuggire questa imperdibile avventura multisensoriale!

    Carol Agostini fondatore del Magazine Papillae, titolare Agenzia FoodandWineAngels, commissario internazionale, selezionatore, Food&Wine Writer
    Carol Agostini fondatore del Magazine Papillae, titolare Agenzia FoodandWineAngels, commissario internazionale, selezionatore, Food&Wine Writer

    Siti partners: https://carol-agostini.tumblr.com/ https://www.foodandwineangels.com/ https://www.papillae.it/

  • Ristorante Bujar e la Kantina Balaj 2024, sublime assaggio

    Ristorante Bujar e la Kantina Balaj 2024, sublime assaggio

    2024 Quando l’arte incontra il gusto: il Ristorante Bujar e la Kantina Balaj di Valona in un match di abbinamenti cibo vino

    di Cristina Santini

     

    Ristorante Bujar e la Kantina Balaj 2024, sublime assaggio, foto dell'autrice
    Ristorante Bujar e la Kantina Balaj 2024, sublime assaggio, foto dell’autrice

    Immerso sotto le imponenti palme del lungomare di Valona in Albania, dopo una passeggiata tra la vivace gamma di bar e ristoranti, si trova il Ristorante Bujar, guidato dal fantasioso e innovativo Chef Bujari, il cui appassionato impegno nel mostrare l’espressività e le tradizioni della cucina albanese gli ha fatto guadagnare la reputazione di uno dei talenti culinari più pionieristici della regione.

    La scorsa estate, in questo incantevole ristorante, Ais Club Albania, Seb Winery Albania e la Kantina Balaj di Mifol hanno collaborato con il talentuoso Chef per organizzare un evento di abbinamento cibo-vino.
    Un appuntamento per esplorare le sfumature aromatiche e i profili gustativi distintivi dei vini albanesi, sapientemente accostati a piatti preparati con cura e creatività dal grande Chef Bujari.
    Ogni portata è stata un trionfo di sapori, colori e consistenze, che hanno esaltato e valorizzato le qualità dei vini in degustazione.

    Ristorante Bujar e la Kantina Balaj 2024, sublime assaggio, foto dell'autrice, ambientazioni
    Ristorante Bujar e la Kantina Balaj 2024, sublime assaggio, foto dell’autrice, ambientazioni

    Questo raffinato happening ci ha offerto l’occasione di apprezzare pienamente la maestria e la passione che si celano dietro la produzione dei vini naturali, nonché la genialità del padrone di casa nel creare abbinamenti in grado di esaltare al meglio le loro caratteristiche. Un momento indimenticabile, in cui l’arte enologica e culinaria si sono fuse in un connubio perfetto, regalando a noi, fortunati presenti, un viaggio sensoriale speciale attraverso i tesori della tradizione e dell’innovazione gastronomica albanese.

    Dopo avervi riportato nella prima parte la degustazione dei vini della Kantina Balaj, in questo spazio racconteremo una storia di successo e reputazione, dietro le quali si cela un’evoluzione personale ricca di sfide, passione e determinazione.

    LEGGI ANCHE: https://www.papillae.it/la-kantina-balaj-di-mifol-nel-distretto-di-valone/

    Ristorante Bujar e la Kantina Balaj 2024, sublime assaggio, foto dell'autrice, ambientazioni
    Ristorante Bujar e la Kantina Balaj 2024, sublime assaggio, foto dell’autrice, ambientazioni

    Il suo primo contatto con il mondo della ristorazione è stato come cameriere presso il ristorante Kuzum Baba, situato nel cuore della città. Questo incarico iniziale ha fornito a Bujari una preziosa introduzione al dinamico ambiente del servizio di sala e gli ha permesso di osservare da vicino l’operato degli chef e la gestione di un ristorante. Successivamente, ha intrapreso un viaggio di formazione professionale di ben 15 anni in Italia, un periodo cruciale che gli ha consentito di affinare le sue competenze culinarie.

    Lavorare al fianco degli chef italiani, veri maestri della tradizione gastronomica, è stata un’esperienza davvero illuminante per lui. Ha potuto assimilare i segreti e le tecniche delle preparazioni più raffinate, sviluppando un palato estremamente sofisticato grazie anche alla fortuna di crescere in una famiglia dove la nonna e la madre hanno sempre cucinato con dedizione i piatti tipici della sua terra d’origine.

    Tornato in vacanza nel suo Paese, è rimasto talmente affascinato dall’atmosfera accogliente e dalle opportunità che gli si presentavano, da decidere di rimanervi per aprire il suo stesso ristorante. La sua lunga esperienza e la passione innata per la buona cucina gli hanno permesso di creare un locale di grande successo, diventando un punto di riferimento per gli amanti della buona cucina.

    Ristorante Bujar e la Kantina Balaj 2024, sublime assaggio, foto dell'autrice, ambientazioni
    Ristorante Bujar e la Kantina Balaj 2024, sublime assaggio, foto dell’autrice, ambientazioni

    Il suo apprendistato è stato un continuo flusso di persone, idee, cibi e ingredienti, che ha portato a una completa rivisitazione della cucina locale, con un’attenzione particolare agli ingredienti di stagione e alle diverse tecniche di cottura. I piatti autentici richiamano in chiave moderna la tradizione albanese: il risultato è un sapore schiettamente mediterraneo.

    Le pietanze sono uno spettacolo vibrante di colori e sapori, che evoca l’atmosfera del mare e della terra, in un ambiente accogliente.
    L’eccellenza culinaria che incontra l’ispirazione artistica, creando un’esperienza gastronomica memorabile, circondati da una bellissima collezione d’arte presente nel ristorante. Arte commestibile con sapori straordinari, qualità e innovazione continua: i piatti raccontano una storia attraverso l’influenza dei loro ingredienti, armonizzando il gusto proprio come l’arredamento del ristorante si armonizza con l’arte all’interno. Questa connessione senza soluzione di continuità tra cucina e arte offre un rendez-vous davvero coinvolgente.

    Ristorante Bujar e la Kantina Balaj 2024, sublime assaggio, foto dell'autrice, ambientazioni
    Ristorante Bujar e la Kantina Balaj 2024, sublime assaggio, foto dell’autrice, ambientazioni

    Con precisione e passione, lo Chef Bujari realizza capolavori culinari che portano in tavola tanta freschezza, abbinando ricette vivaci e saporite a piatti deliziosi e piacevoli alla vista come al palato. Le sue creazioni invitano ad assaporare ogni momento, dove un bel piatto, un buon bicchiere di vino e una vista mozzafiato sul mare e al tramonto convergono per fare di Bujar una meta da assaporare nella tranquillità del suo ambiente.

    Quando poi si dispone di una vasta ricchezza di prodotti, è importante sfruttarla appieno come anche la carta dei vini rappresenta un elemento chiave, poiché offre l’opportunità di esplorare le eccellenze enologiche del territorio circostante.

    In questo contesto si è scelto di valorizzare i produttori locali, come la Kantina Balaj, che negli anni ha dimostrato di raggiungere quella maestria nella creazione di vini di alta qualità, testimonianza di come, con impegno, sperimentazione, duro lavoro, visione, perfezionamento e amore per ciò che si fa, si possano raggiungere vette qualitative e costruire una solida reputazione destinata a durare nel tempo.
    Produttori che spesso utilizzano uve autoctone e tecniche di vinificazione tramandate di generazione in generazione, dando vita a etichette uniche e dalle spiccate caratteristiche organolettiche.

    Ristorante Bujar e la Kantina Balaj 2024, sublime assaggio, foto dell'autrice, paesaggio
    Ristorante Bujar e la Kantina Balaj 2024, sublime assaggio, foto dell’autrice, paesaggio

    Avere l’occasione di scoprire tali realtà ci ha permesso di compiere un vero e proprio percorso sensoriale, assaporando i profumi e i sapori tipici della regione. Questo approccio non solo valorizza il patrimonio enologico locale, ma offre anche l’opportunità di vivere momenti autentici, in cui ogni sorso di vino diventa l’occasione per approfondire la conoscenza di un territorio e delle sue tradizioni.

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