Vinitaly 2025: l’appuntamento per l’internazionalizzazione del vino italiano

Vinitaly 2025: l’appuntamento per l’internazionalizzazione del vino italiano, foto di Carol Agostini

di Carol Agostini

Dal 6 al 9 aprile 2025, Veronafiere di Verona ha ospitato la 57ª edizione di Vinitaly, la più importante fiera internazionale dedicata al settore vitivinicolo, confermandosi baricentro del vino italiano e piattaforma strategica per il business globale.

Vinitaly 2025: l’appuntamento  per l’internazionalizzazione del vino italiano, foto di Carol Agostini

Vinitaly 2025: l’appuntamento per l’internazionalizzazione del vino italiano, foto di Carol Agostini

Con oltre 4.000 espositori e 97.000 visitatori di cui il 33% professionisti internazionali (32.000 presenze da più di 130 Paesi), Vinitaly è ripartito all’insegna della promozione, dell’internazionalizzazione e dell’innovazione.

Temi chiave e focus dell’Osservatorio UIV-Vinitaly

Quest’anno, al centro del palinsesto di conferenze e ricerche presentate dall’Osservatorio UIV-Vinitaly, sono stati:

  • Dazi USA e scenari di “trade tension” post-Trump;
  • Evoluzione dei mercati internazionali;
  • Analisi dei consumi dei giovani under 44 in Italia e negli Stati Uniti;
  • Sfida dei vini NoLo (low e no alcohol) e sostenibilità.

In particolare, la sezione sui dazi USA ha analizzato l’impatto delle tariffe imposte dall’amministrazione Trump sul comparto enologico europeo e le possibili conseguenze di eventuali “ripristini” o aumenti dei dazi nel 2025.

L’eredità dei dazi di Trump sulle importazioni USA, effetto sul vino italiano presentato al Vinitaly?

Cronologia dei provvedimenti

  • 2018: Trump introduce tariffe del 25% su acciaio e del 10% su alluminio importati dall’UE, in nome della sicurezza nazionale.
  • 2019: come ritorsione, l’UE impone un 25% di dazi su vini e distillati USA, in particolare bourbon e whiskey.
  • 2025 (ipotetico ritorno alla presidenza): annuncio di possibili tariffe fino al 200% su vini e liquori europei, finalizzato a “tutela del settore americano”.

Impatto sul vino italiano

Secondo Wine-Intelligence, l’imposizione dei dazi USA ha subito:

  • Riduzione delle importazioni di vino europeo del 15–20% nel 2019–2021;
  • Incremento dei prezzi medi di importazione, con +10% per i vini in bottiglia;
  • Riposizionamento strategico delle aziende italiane su segmenti premium e sui canali horeca.

Tuttavia, la qualità/prezzo e il forte appeal del “Made in Italy” hanno permesso al settore di attenuare la contrazione negli Stati Uniti, consolidando al contempo mercati alternativi in Asia e Nord Europa.

Indagini globali sul comparto vitivinicolo

Produzione mondiale e ruolo dell’Italia

Secondo l’OIV, nel 2024 l’Italia si conferma primo produttore mondiale con 41,0 mhl di vino, +7% rispetto al 2023.
La produzione UE totale rappresenta circa il 60% della produzione globale, seguita da Francia (36,9 mhl) e Spagna (33,6 mhl).

Commercio internazionale di vino

  • Export mondiale 2023: 99 mhl per 36 miliardi di euro, con prezzo medio record di 3,62 €/L (+2% vs 2022).
  • Trend per tipologia:
    • Bottiglie: -9% vol., -6% valore
    • Spumanti: -4% vol., +1% valore
    • BiB: -4% vol., stabile valore
    • Bulk: -4% vol., -10% valore

L’export del vino italiano: record e scenari

Crescita del valore delle esportazioni

Nel 2024 l’export di vino italiano ha raggiunto 8,13 miliardi di euro, +5,5% sul 2023. In precedenza, nel 2023, il valore complessivo si attestava intorno ai 7,7 miliardi.

Evoluzione Export Vino Italiano, Trend in crescita del valore delle esportazioni in miliardi di euro, considerazioni fatte durante il Vinitaly 2025

Principali mercati di sbocco

Nel primo semestre 2024, gli Stati Uniti hanno captato il 29% delle esportazioni italiane (939 milioni €), con volumi in crescita +2,5%.
Secondo UIV, i primi cinque mercati (USA, Germania, Regno Unito, Canada, Giappone) rappresentano il 56% del valore export (4,45miliardi €).

Strategie di resilienza e prospettive post Vinitaly

  1. Premiumizzazione: concentrazione su vini a denominazione (DOC/DOCG), sostenendo margini e immagine.
  2. Diversificazione dei mercati: rafforzamento in Asia (Cina, Giappone), Nord Europa e America Latina.
  3. Digitalizzazione e e-commerce: accelerazione delle vendite online, facendo leva su storytelling e certificazioni.
  4. Sostenibilità e NoLo: ampliamento dell’offerta di vini low/no alcohol e investimenti in packaging eco-friendly.

Con Vinitaly 2025 che ha messo in luce le sfide dei dazi USA e le dinamiche di mercato internazionale, l’industria enologica italiana esce confermata come leader globale e pronta ad affrontare i prossimi scenari commerciali, puntando su qualità, innovazione e internazionalizzazione.

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