Tiefenbrunner, viaggio in Alto Adige 2023 attraverso i calici
Di Elsa Leandri
È tutto pronto. Stiamo per effettuare questo fantastico viaggio. Non c’è bisogno di preparare le valigie perché questa volta sarà la nostra mente a spostarsi. Ed ecco che ci appaiono prati verdi, frutteti, vigneti, le Dolomiti che svettano, i castelli in lontananza, e poi si percepisce l’odore dello speck, del fieno, del latte appena munto…ci viene sete e la nostra scelta ricade su un vino locale, un bianco altoatesino di Tiefenbrunner.
Quest’azienda fa venire subito in mente la piccola frazione di Niclara, il Castel Turmhof e la Pietra Piangente (Regenstein), una roccia di tufo e di sedimenti da cui esce acqua: ma sarà semplice acqua o lacrime? La leggenda in effetti narra che queste gocce siano in realtà delle lacrime di una principessa che è stata stregata e rinchiusa nel macigno, pare che ogni 100 anni la fanciulla possa uscire alla ricerca di colui che potrà rompere l’incantesimo: chissà se nel 2023 troverà il suo amato.
Ma permettiamoci di fare un salto al Castel Turmhof: è di proprietà della famiglia Tiefenbrunner e qui c’è la sede di una delle più storiche aziende altoatesine, l’omonima cantina Tiefenbrunner. L’anno scorso, la nostra collega Cristina Santiniha avuto modo di andare a trovare Sabina e Christof, la quinta generazione della famiglia, toccando con mano i vigneti, la cantina nuova, in cui la gestione a caduta libera ne favorisce la lavorazione e quella più antica dove riposano botti e barrique. https://www.papillae.it/tenuta-tiefenbrunner-schlosskellerei-turmhof/.
Qui a difesa del castello non ci sono i quattro moschettieri, ma ci sono quattro linee di vini. D’Artagnan, Athos, Porthos, Aramis, qui prendono il nome di Vigna, Linticlarus, Turmohf e Merus.
Il mood che guida Christof è quello di assicurare nei vini la territorialità e l’espressione dei vitigni, tale da offrire prodotti di alto livello e unici.
Le Selezioni
La Selection Vigna, come il nome suggerisce, si riferisce a singoli vigneti in cui i monovitigni (Sauvignon Blanc, Müller Thurgau, Chardonnay e Cabernet Sauvignon) trovano la loro massima espressione.
La selection Linticlarus racchiude le riserve a base di solo Pinot Nero o solo Lagrein e una Cuvée degli internazionali Merlot e Cabernet.
La selection Turmohf è la linea più ricca in termini di proposte in cui i singoli vitigni autoctoni e alloctoni si esprimono offrendo vini con un potenziale di invecchiamento medio, grazie anche a un breve passaggio in legno.
Infine nel Classic Merus rientrano quei vini che non sono sottoposti a maturazione in legno e in cui si cerca l’espressione più pura del vitigno, così come suggerisce lo stesso nome (merus in latino significa puro).
Degustazione
Nel nostro calice di un paglierino vivace c’è proprio Merus Gewürztraminer 2022, un’inconfondibile gewurztraminer che si esprime con ricordi di rosa e di frutta esotica come litchi, ananas e papaya. Il tutto viene suggellato da echi di melissa e di zenzero. Il sorso è fresco e sorprendentemente saporito con un lungo finale di scorza di cedro candita cosparsa di salgemma.
Siamo incuriositi da questa linea e vogliamo degustare anche gli altri loro vini che abbiamo in cantina. Iniziamo con il Merus Müller Thurgau 2022 Tiefenbrunnerche si svela con sentori floreali di tiglio e d’acacia e fruttati di pomelo e mapo su un letto di erbette aromatiche. Attraente in bocca grazie a una decisa freschezza che lascia lentamente il cavo orale con richiami di buccia di mandarino.
Concludiamo con Merus Sauvignon Blanc 2022. Verdolino con riflessi paglierini si distingue per purezza: foglie di cassis, pompelmo, erba appena tagliata e fiori di campo ne sono l’espressione. Vivace al sorso e seducente nel suo finale di bocca sapido con ricordi di scorza di lime.
Purezza e varietale sono i termini che associano queste tre bottiglie: Christof e Sabina diventano in questo caso paladini della vite e umili custodi della sua espressione nel bicchiere riuscendo a rimanere fedeli ai propri ideali e obiettivi nel produrre vini che siano espressione del territorio e dei vitigni.
KNIGHT FRANK SPONSOR DELLA MANIFESTAZIONE “RADDA NEL BICCHIERE”
Sabato 20 e domenica 21 maggio 2023 Radda in Chianti
Redazione – Carol Agostini
Knight Frank– una delle più importanti agenzie immobiliari internazionaliindipendenti per il mercato di lusso – sarà sponsor di “Radda nel bicchiere”, la manifestazione enoica che sabato 20 e domenica 21 maggio animerà le vie del borgo chiantigiano di Radda in Chianti.
Numerose le iniziative – come seminari, degustazioni guidate e concorsi – oltre ai banchi d’assaggio dei numerosi produttori locali, presenti nel calendario della 26° edizione di questo evento dedicato al Chianti Classico, uno dei più prestigiosi vini che da sempre rendono famosa l’Italia in tutto il mondo.Un appuntamento che si rinnova e che attrae ogni anno sempre più visitatori, winelovers e non solo, che racconta le bellezze culturali ed enoturistiche del territorio favorendo il turismo internazionale e promuovendo il Bel Paese come metà non solo per le vacanze ma anche per trascorrervi lunghi periodi di soggiorno.
Knight Frank, che ad oggi conta 10 uffici sul territorio italiano tra cui proprio Radda in Chianti, è il punto di riferimento in tutto il mondo per chi cerca soluzioni immobiliari – residenziali e tenute vinicole – di lusso, uniche ed esclusive ed è da sempre molto legata al territorio facendosi porta bandiera all’estero delle bellezze del nostro paese.
Knight Frank
Fondata nel Regno Unito nel 1896, Knight Frank è una delle più importanti agenzie immobiliari indipendenti a livello globale, con sede centrale a Londra e una rete di 487 uffici in 53 paesi dove lavorano oltre 20.000 persone.
Il gruppo è presente in Italia dal 1994, con l’apertura dell’ufficio a Radda in Chianti di proprietà di Bill Thomson, attuale chairman del network italiano. Ad oggi l’agenzia conta 10 uffici in territori chiave per il mercato immobiliare di lusso: Como, Firenze, Genova, Lucca, Milano, Porto Cervo, Portofino, Radda in Chianti, Venezia. Deontologia, professionalità, stile e fiducia sono i segni distintivi che contraddistinguono le agenzie Knight Frank attive sul territorio italiano.
Baglio di Pianetto, Dante Bonacina è il nuovo Amministratore Delegato
Redazione – Carol Agostini
Il Consiglio di Amministrazione ha reso noto il nome della nuova guida dell’azienda.
Dominique Marzotto: “È un piacere dare il benvenuto a Dante, che con la sua esperienza porterà avanti un percorso di ricerca dell’eccellenza.”
È Dante Bonacina, 55 anni, di cui oltre 25 trascorsi nel settore vinicolo, il nuovo Amministratore Delegato di Baglio di Pianetto, la cantina siciliana della famiglia Marzotto fondata nel 1997 a Santa Cristina Gela.
L’azienda è stata fondata con l’obiettivo di distinguersi per ricerca ed eccellenza, e da sempre investe nelle persone e nel loro “saper fare”. Per questo la scelta è ricaduta su un uomo che nel corso della sua carriera ha dimostrato di credere nelle persone, ma soprattutto di saper mettere al centro i loro bisogni, motivo per il quale, nel 2017, ha ricevuto il riconoscimento di Slow Boss, dedicato ai dirigenti in grado di ascoltare e creare modelli di leadership “slow”.
Da oltre 25 anni alla guida di Ca’ del Bosco e dopo averla resa una delle aziende più virtuose della Franciacorta, Dante Bonacina approda al timone di Baglio di Pianetto succedendo a Francesco Tiralongo, improvvisamente scomparso lo scorso marzo.
“Il Conte Paolo è stato pioniere nell’investire in un territorio sorprendente, quando si parla di viticoltura di montagna in Sicilia infatti, molti pensano esclusivamente all’Etna, ma qui a Santa Cristina Gela, a 20 minuti da Palermo e a 650 metri d’altitudine, il Conte ha scoperto un terroir unico e particolarmente vocato. Volentieri ho accolto l’invito degli eredi, che oggi portano avanti con dedizione ed entusiasmo il suo progetto”.
Riferendosi poi alle sue prime iniziative da neo Amministratore Delegato, Bonacina ha precisato:
“Baglio di Pianetto non sarà la copia di Ca’ del Bosco, sicuramente prioritaria sarà la razionalizzazione del portafoglio prodotti. Dobbiamo concentrarci sui vini identitari dell’azienda, l’obiettivo è quello di tornare a fare vini di Chateau, ritornando al sogno del Conte Paolo, una sfida oggi raccolta dalla figlia Dominique Marzotto e dal nipote Gregoire Desforges.”
In riferimento alla proprietà e alla squadra che lo ha accolto in azienda, ha detto: “Ho il privilegio, ancora una volta, di lavorare e interagire con le giovani leve del mondo del vino che condividono con me un modello d’impresa dedicato all’eccellenza, da parte mia offrirò esperienza e curiosità, rigore e creatività, ma sopratutto uno spazio, non solo fisico, dove potersi esprimere liberamente senza il timore di essere giudicati”.
“Francesco Tiralongo – aggiunge Dominique Marzotto, presidente di Baglio di Pianetto – ci ha permesso di raggiungere risultati importanti e ha messo le basi per un necessario percorso di rinnovamento e crescita. Dante Bonacina ha raccolto il testimone con entusiasmo, e siamo sicuri che porterà avanti l’ambizioso progetto nel rispetto dell’ambiente e della centralità delle persone. Siamo quindi pienamente fiduciosi che Dante condurrà il sogno di mio padre, il Conte Paolo, a nuovi traguardi, in lui abbiamo individuato le qualità umane e professionali giuste per poter proseguire il lavoro svolto in passato e per affrontare le sfide di un settore complesso come quello del vino”.
Nei giorni 13 e 14 maggio 2023 ha avuto luogo la 7° edizione di Vignaioli Contrari.
Di Adriano Guerri
L’ appassionante evento si è svolto all’interno degli ampi spazi della medievale Rocca Rangoni a Spilamberto in provincia di Modena.
Facilmente raggiungibile in auto, localizzata a poca distanza dell’uscita dell’autostrada A1. Oltre sessanta produttori provenienti da ogni regione italiana erano presenti dietro ai loro banchi d’assaggio, ben lieti di farci degustare i loro vini.
L’evento è anche mostra mercato, pertanto, vi era la possibilità di acquistare vini direttamente dai produttori. Gli espositori che hanno preso parte a questa intrigante due giorni sono piccole realtà artigianali e devono possedere alcuni requisiti ben precisi, quali, la valorizzazione dei vitigni autoctoni, coltivare la terra direttamente con principi sostenibili, biologici, biodinamici e in linea con principi di rispetto per l’ambiente.
L’evento aveva in programma anche alcune interessanti masterclass alle quali, mio malgrado non ho partecipato. Ho avuto, comunque il tempo necessario per potermi presentare di fronte al banco d’assaggio di un considerevole numero di produttori, anche se non di tutti. Un evento ben organizzato in una splendida location. Nella retrocopertina del fascicolo ritirato all’ ingresso ci sono le date per la prossima edizione che sarà nei giorni 11 e 12 maggio 2024.
A seguire note di alcuni assaggi da me effettuati
Trento Doc Pas Dosè Riserva 2015 Balter– Ottenuto con 80% di Chardonnay e 20% Pinot Nero, la permanenza sui lieviti è di 72 mesi. Si presenta nella flûte con una bellissima tonalità giallo dorato brillante, al naso rivela note di mango, ananas e papaya, impreziosite da nuances di pasticceria da forno e pepe bianco, al palato è piacevolmente fresco e coerente, ricco, suadente e decisamente persistente.
Sito di riferimento: https://www.balter.it/
Coste della Sesia Doc Nebbiolo Villa Era 2019 Az.Agricola Manfrinati– Ottenuto interamente da uve di Nebbiolo , si veste di un bellissimo colore rosso granato, al naso sprigiona sentori di rosa, viola, frutti di bosco e arancia sanguinella, ben integrati con note speziate, al palato è pieno ed appagante, tannini poderosi ma setosi, equilibrato e armonioso dal finale lunghissimo.
Sito di riferimento: https://www.facebook.com/people/Az-agricola-Andrea-Manfrinati/100062998970844/
Uras Mandrolisai Doc 2020 I Garagisti di Sorgono– Ottenuto con uve di Monica, Cannonau e Muristreddu, è di un bellissimo colore rosso rubino intenso e profondo, al naso rimanda sentori di lavanda, prugna, amarena e lampone che seguono una scia di cacao e note tostate, al palato è generoso con tannini fitti ma ben levigati, avvolgente nonché persistente.
Sito di riferimento: https://www.garagistidisorgono.com/
Boca Doc 2019 Le Piane – Ottenuto con 85 Nebbiolo e 15% Vespolina, di un bellissimo colore rosso rubino intenso e trasparente, al naso dipana sentori di violetta, frutti di bosco, melograno e scorza d’arancia che ben si fondono con note di tabacco e spezie, al palato è rotondo, fine, leggiadro e incredibilmente durevole.
Sito di riferimento: https://www.bocapiane.it/en/
Elba Rosso Doc Riserva 2020 Arrighi– Ottenuto con uve di Sangiovese, svela nel calice un colore rosso rubino intenso, trasparente e consistente, al naso libera note di frutti di bosco, rosa, viola e macchia mediterranea, seguono poi sentori di bacche di ginepro e sottobosco, al palato è piacevolmente tannico, fresco e sapido, nonché morbido, armonioso e dotato di una lunga persistenza aromatica.
Sito di riferimento: https://www.arrighivigneolivi.it/
Schwarze Madonna Pinot Nero Doc Riserva 2018 Klosterhof– Ottenuto interamente da uve dell’omonimo vitigno, è di un colore rosso rubino intenso con riflessi che virano sul granato, trasparente e consistente, al naso si percepiscono netti sentori di frutti di bosco, ciclamino e note speziate, al palato è piacevolmente avvolgente, suadente e decisamente persistente. Chapeau
Sito di riferimento: https://www.klosterhof.it/it
Arete’ Grillo Doc Sicilia 2021 Anabasis – Ottenuto con uve dell’omonimo vitigno, è di un bellissimo colore giallo paglierino con riflessi che virano sul verdolino, al naso svela note di mela, banana, ananas, maracuja e litchi unite a sentori di zagara e lime, al palato è piacevolmente fresco e sapido, fine ed armonico, lungo e duraturo.
Sito di riferimento: https://www.anabasis.it/
VeronaFiere un Vinitaly all’insegna di molte novità
Di Carol Agostini
Vinitaly è la più grande manifestazione dedicata al mondo del vino e dei distillati rivolta agli operatori del business sui mercati internazionali. Vinitaly nasce in Italia, a Verona, ma la sua vocazione è internazionale. Da 55 anni è sinonimo di coinvolgimento dell’intera filiera vinicola globale.
L’edizione 2023 di Vinitaly si è svolta dal 2 al 5 aprile a Veronafiere. Oltre 4mila espositori hanno partecipato all’evento.
Ecco alcuni dei vini più famosi presentati a Vinitaly 2023 secondo un articolo di Slowine:
1. Borgo Maragliano – Pad. 10 O4 Federico Galliano Brut Nature Blanc de Blanc 2014
2. Vicara – Pad 10 Stand H3 Grignolino del Monferrato Casalese .G
3. Tenuta Mazzolino – Palaexpo Stand B11 Pinot Nero Terrazze Alte
4. Tenuta Roveglia – Palaexpo Stand A4/A5 Lugana Limne
Premi vari
Inoltre, il premio speciale “Gran Vinitaly 2023” è stato assegnato ad AL-CANTÀRA. Il miglior vino italiano selezionato per l’inserimento nella guida “5StarWines – the Book 2024” è stato COSTA D’AMALFI DOC FURORE BIANCO FIORDUVA 2021 MARISA CUOMO con un punteggio di 97; il premio di miglior vino bianco è stato vinto da un altro vino campano, il Greco di Tufo Docg della cantina Terre D’Aione.
Angelo Carpenito, proprietario della cantina, si è dichiarato felice e stupito di questa vittoria dopo tanti anni di attività e sacrifici. Ha raccontato la storia della cantina a conduzione familiare, nata nel 2006 come coronamento del sogno di Pellegrino, padre di Angelo.
Miglior rosé e miglior vino rosso sono rispettivamente un Etna Rosato Doc dell’azienda siciliana Al-Cantàra (citato precedentemente) e un Barolo Docg dei Marchesi di Barolo.
Le bollicine italiane sono state grandi protagoniste del Vinitaly e rimangono la categoria di vini più venduta all’estero. Il premio di best sparkling wine è stato ottenuto da un Trento Doc Extra Brut Riserva 907 del 2017 della Cantina d’Isera diretta da Massimo Tarter.
La Cantina d’Isera diretta da Massimo Tarter è una realtà guidata da esperti enologi che mettono al primo posto il rispetto e la valorizzazione delle peculiarità del territorio. Nicola Rasotto, enologo della cantina, ha spiegato come il successo del loro spumante sia dovuto alla qualità estrema che la cantina punta a raggiungere e alla particolarità dei propri vigneti ubicati sulle colline più alte di Isera tra i 500 e i 600 metri slm.
Tra i vini dolci premiati ci sono il Passito di Pantelleria Doc di Donnafugata e l’Aleatico Passito dell’Elba Docg della Tenuta La Chiusa.
Durante la kermesse vinicola sono stati lanciati nuovi trend come l‘Orange Wine, una tipologia di vino prodotto da vitigni a bacca bianca ma con una macerazione più lunga del solito. L’affermazione dei vini biologici sul panorama vinicolo italiano e internazionale è stata confermata. Tra le novità in tale ambito si segnala lo Sheep, vino campano prodotto dalla cantina Il Verro, ubicata a Formicola in provincia di Caserta, che si occupa principalmente di vini biologici. Tale vino deve il suo nome al coda di pecora, vitigno a partire dal quale è prodotto.
Altra cantina emersa in questa edizione è l‘Azienda Vitivinicola Vanziniha ottenuto il prestigioso riconoscimento di entrare a far parte di 5StarWine-The Book. Con il suo Pinot Nero Metodo Classico D.O.C.G. Blanc de Noir AIACE, l’azienda è entrata nell’olimpo dei grandi vini e ha portato con sé le terre dell’Oltrepò Pavese.
In gara c’erano quasi 2300 vini e la giuria era composta da 35 esperti provenienti da tutto il mondo: Canada, Svezia, Italia, Hong Kong, Francia, Australia, USA, Lussemburgo, Giappone, Sud Corea, UK, Brasile, Lettonia, Nigeria e Slovenia. Tra i giudici c’erano anche 15 enologi di Assoenologi Italia e 10 giudici associati. L’Azienda Vitivinicola Vanzini ha conquistato un punteggio di 92/100.
Tutti i vini partecipanti sono stati valutati dalla giuria durante tre giorni di degustazioni alla cieca. A ciascun vino è stato assegnato un punteggio da parte di ogni giudice del Panel sulla base di un’analisi visiva e di gusto-olfattiva. I vini che hanno ottenuto un punteggio da 90/100 in su sono passati alla fase successiva: la degustazione del Comitato Scientifico dei General Chair tra cui troviamo Gabriele Gorelli, uno dei più stimati esperti di vino italiani.
Vanzini ha presentato questo vino dal gusto secco, vellutato, elegante, sapido e di ottima struttura e persistenza retro-olfattiva. È ottimo come aperitivo e delizioso a tutto pasto in particolar modo con piatti a base di pesce. È anche gradevole con carni bianche e formaggi in genere. Questo vino è stato apprezzato non solo in Italia ma premiato in una competizione che mette in evidenza tutto il sapere e la storia delle cantine presenti.
Elena Lucchini, assessore alla famiglia della Regione Lombardia; Giovanni Palli presidente della Provincia di Pavia e Giovanni Merlino commissario straordinario della Camera di Commercio di Pavia hanno partecipato al riconoscimento consegnato ad Antonio Vanzini.
Alcune cifre…
Vinitaly 2023 è stata un’edizione record per numero di top buyer selezionati. Oltre 4.000 aziende espositrici provenienti da più di 30 nazioni hanno partecipato all’evento. L’area espositiva netta era di 100mila metri quadrati e 17 padiglioni erano occupati.
L’industria vitivinicola nazionale vale 31,3 miliardi di euro e impegna 530mila aziende con circa 870mila addetti.
Si è conclusa registrando circa 93.000 presenze. La crescita rispetto all’edizione precedente è stata determinata anche dalla partecipazione di buyer esteri provenienti da tutto il mondo, oltre che di chef famosi, giornalisti e politici italiani. Le piccole realtà che con dedizione e impegno hanno saputo elevare i propri prodotti a livelli di qualità eccellenti hanno riscosso grande successo tra le cantine regionali premiate.
Alcune Masterclass
Durante Vinitaly 2023 sono state organizzate diverse masterclass. Ad esempio, Assovini Sicilia ha celebrato l’entrata della nuova generazione di imprenditori siciliani nelle aziende con la masterclass “Next generation, il nuovo volto della Sicilia” che si è tenuta il 2 aprile dalle 15.45 alle 16.45 nella Hall meeting del Padiglione 2.
Masterclass organizzate da Vite in Riviera durante la fiera. Lunedì 3 aprile dalle 13.00 alle 14.00 c’è stata una masterclass sui bianchi del Ponente Ligure e martedì 4 aprile dalle 13.00 alle 14.00 c’è stata una masterclass sui rossi del Ponente Ligure 1.
Inoltre, c’è stata una masterclass italo-francese di “Rosé Connection” organizzata dal Consorzio Valtènesi e CIVP-Conseil Interprofessionel des Vins de Provence per la promozione della cultura del vino rosé in Europa.
Mentre, Confagricoltura ha portato al Vinitaly 2023 un ricco calendario di eventi dedicato alle migliori produzioni italiane e ai confronti tra gli stakeholder.
Politici
Tra i volti noti che hanno partecipato al Vinitaly 2023 spiccano nomi del panorama politico italiano come il presidente del consiglio Giorgia Meloni, il ministro dell’agricoltura Francesco Lollobrigida e il presidente della Regione Veneto Luca Zaia, il presidente della Camera dei Deputati Lorenzo Fontana, il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, il ministro degli Affari esteri Antonio Tajani e il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini, riuniti nel sostenere l’importanza del Vinitaly come pezzo importante della nostra identità e della nostra cultura.
Dal mondo della cucina è stata fondamentale la presenza di importanti nomi come Rosanna Marziale, chef del ristorante Le Colonne e San Bartolomeo, che ha presentato i prodotti del territorio casertano in una degustazione e come il vincitore di Masterchef 12 Edoardo Franco.L’ultimo, recentemente impegnato nella promozione del suo libro “Daje! La mia cucina senza confini”, era accompagnato da Mattia Tagetto, Leonardo Colavito, Roberto Resta e Sara Messaoudi, tutti protagonisti di Masterchef 12.
Il nome si riferisce alla Meridiana presente alla tenuta Mandoletta, residenza della Famiglia Bonzano, a cui si ispira anche il logo di Bonzano Vini. Sipresenta di un rosato tenue e lucente, dai profumi di piccoli frutti rossi e soffi floreali. In bocca vince per freschezza ed equilibrio, da uve 80% Barbera, 20% Pinot Nero.
Nel cuore del Monferrato, patrimonio Unesco dal 2014, per volontà dei fratelli Enrico, Stefano e Massimo Bonzano e Simonetta Ghia, moglie di Enrico, inizia un’avventura enoica che ha come obiettivo quello di far riemergere un territorio estremamente vocato alla viticoltura. A credere fermamente in questa impresa non è altro che l’enologo e “scienziato” di fama internazionale Donato Lanati, con il quale continua una forte amicizia e collaborazione sin dal principio, nel 2011.
La Tenuta Mandoletta e le dolci colline del Monferrato Casalese sono luoghi vicini al cuore dei Bonzano poiché rappresentano allo stesso tempo le origini della famiglia e la fonte di ispirazione per questo ambizioso progetto imprenditoriale incentrato sulla qualità, senza compromessi.
È stato coltivato in provincia di Alessandria fin dall’antichità: se ne hanno testimonianze già nel XIV secolo, nel Trattato di agronomia di Pietro de’ Crescenzi, e nel Bollettino Ampelografico del Di Rovasenda, del 1885 che segnalava tale vitigno come il maggiormente coltivato nel Tortonese.
Data la sua scarsa adattabilità a condizioni climatiche diverse da quelle della regione di origine, nel corso dei secoli è stato lentamente abbandonato a favore delle uve a bacca rossa più produttive e meno delicate come barbera e croatina.
Dopo l’invasione della fillossera, le vigne di timorasso sono state quasi completamente sostituite.
Negli anni ’80 alcuni vignaioli del tortonese, hanno deciso di riportarlo in vita, scommettendo sulle sue grandi potenzialità. Attualmente viene prodotto nel territorio delle valli del basso Piemonte: val Curone, val Grue, valle Ossona, val Borbera.
Dalla passione tramandata da quattro generazioni nasce l’Azienda Agricola Filippa Diego.
Diego e il padre Arturo, con la sua esperienza, coltivano le viti e producono il loro vino.
Vinificando le proprie uve nasce la Barbera d’Asti D.O.C.G., il vino bianco “La Valle Bianca”, il mosto parzialmente fermentato “La Goccia d’Oro”, il rosato “DiMi” e il vino rosso “Gagiu”.Vini prodotti
IL RUBESCO RISERVA VIGNA MONTICCHIO 2018 DI LUNGAROTTI SUL PODIO DEI MIGLIORI ROSSI D’ITALIA
Redazione
Il vino di punta della storica cantina umbra conquista il terzo posto dell’annuale classifica pubblicata dalla rivista Gentleman
Il Rubesco Riserva Vigna Monticchio 2018 di Lungarotti è il terzo vino più premiato dalle guide italiane. A rivelarlo, la classifica 2023 dei 100 migliori rossi stilata dal mensile Gentleman che vede il portabandiera della storica azienda umbra salire sul podio dopo Sassicaia 2019 e Montiano 2019.
Il Rubesco Riserva Vigna Monticchio 2018 è risultato terzo incrociando e sommando i punteggi delle sei guide italiane più autorevoli: Vini d’Italia (Gambero Rosso), I vini di Veronelli, Bibenda (Fondazione Italiana Sommelier), Vitae (Associazione Italiana Sommelier), Annuario dei migliori vini italiani (Luca Maroni) e la Guida essenziale ai vini d’Italia (Daniele Cernilli). Un risultato importante per questa etichetta che ha scritto la storia di Lungarotti e dell’enologia italiana diventando uno dei rossi più conosciuti e apprezzati nel mondo.
“Siamo felici di avere raggiunto la vetta di questa prestigiosa classifica che ogni anno incorona i migliori rossi d’Italia – dichiara Chiara Lungarotti, Amministratore Delegato dell’azienda di famiglia. Un risultato che premia il nostro vino portabandiera, ma soprattutto il lavoro quotidiano di tutta la nostra fantastica squadra!”
La prima vendemmia del Rubesco Riserva Vigna Monticchio (Torgiano Rosso Riserva DOCG) risale al 1964quando Giorgio Lungarotti, fondatore dell’azienda e pioniere della moderna enologia italiana, capì che dalla vigna Monticchio, sulle colline di Torgiano, grazie anche ad una perfetta esposizione, si ottenevano delle uve Sangiovese straordinarie.
Innovativo per i tempi, già dalla prima annata, questo Sangiovese in purezza si è fatto subito notare per la sua personalità netta. Il colore è rubino brillante e i caratteri sono quelli tipici della gente dell’Umbria, riservata ma generosa. Un vino di grande struttura, adatto a un lungo invecchiamento, che sfodera un equilibrio unico tra potenza ed eleganza e che viene prodotto solo nelle migliori annate.
Note sull’annata 2018
Il Rubesco Riserva Vigna Monticchio 2018è un vino di lunga vita in quanto la maturazione è stata perfettamente equilibrata, la gradazione alcolica più contenuta e l’acidità più marcata rispetto alla calda annata 2017. Il calice sprigiona l’intensità di una ciliegia sotto spirito, immediatamente rincorsa da note più profonde di liquirizia, china e polvere da sparo.
La spinta aromatica è tipica dell’annata, regista della complessa narrazione degli aromi di Vigna Monticchio. Al naso subentrano sentori di visciola, cacao amaro, marzapane, dattero e tè nero, tenuti insieme da una delicata balsamicità che accompagna verso una chiusura più mediterranea incentrata su arancia sanguinella e mirto.
Il sorso palesa una dosata concentrazione che guida a un’intensità costante e armoniosa nell’esprimere un tannino sartoriale simile a una carezza. Un passo di danza perfettamente coordinato per un’annata di Vigna Monticchio che lascerà il segno.
Simbolo dell’eccellenza enologica umbra, Lungarotti ha contribuito a scrivere la storia del vino italiano nel mondo. Una storia cominciata con Giorgio Lungarotti, pioniere della moderna enologia italiana che nel dopoguerra ha trasformato l’azienda agricola di famiglia, a Torgiano, in una cantina di successo.
Una storia che ancora oggi continua grazie all’impegno, la passione e la competenza di 3 generazioni della famiglia Lungarotti che hanno saputo innovare senza tradire il carattere inconfondibile di vini iconici come il Rubesco Riserva Vigna Monticchio – Torgiano Rosso Riserva DOCG, considerato tra i migliori rossi italiani, e il Rubesco – Rosso di Torgiano DOC.
Lungarotti conta in tutto 250 ettari di vigneti, dislocati tra la Tenuta di Torgiano (230 ha, certificata VIVA dal 2018) e quella di Montefalco (20 ha, certificata biologica dal 2014), dove si pratica una viticoltura attenta alla sostenibilità e alla biodiversità.
Tra i pilastri dell’azienda, anche la valorizzazione dell’enoturismo di qualità e la promozione della cultura del vino, dell’olio e del patrimonio artistico attraverso il Museo del Vino (MUVIT) e il Museo dell’Olivo e dell’Olio (MOO) di Torgiano.
Le 130 aziende selezionate,simbolo della vernice di Vinitaly, il 1° Aprile 2023
8 novembre 2022: nella cornice di Veronafiere, all’interno dell’appuntamento annuale di Wine2Wine, i vertici della fiera e Wine Spectator rivelano i nomi delle 130 aziende selezionate all’interno dell’ambìta selezione di Operawine, destinate a varare ogni nuova edizione di Vinitaly, anno dopo anno.
Il meglio del Made in Italy enologico che dialoga con il mercato estero, in particolare con quello americano, in tutte le sue sfumature: vini rossi, bianchi, rosati e bollicine iconiche. È dunque un vero e proprio Italian Wine Dream quello che fa del vino italiano un’incontrastata passione per gli americani.
La Toscana detiene il primato numerico con la partecipazione di 35 cantine, seguita dalle 19 del Piemonte, poi il Veneto rappresentato da 19 aziende, 10 cantine dalla Sicilia e 8 quelle Campane.
Ecco i numeri relativi alle macroaree, per comprendere la portata del prestigioso tasting: 57 imprese dal nord, 44 dal Centro e 29 dal Sud.
I 10 nuovi ingressi rispetto alla selezione del 2022 confermano quanto Wine Spectator sia in grado di influenzare le scelte di Lifestyle enoico dei consumatori nei mercati di riferimento. Gli Stati Uniti rappresentano storicamente lo sbocco principale in materia di export di vino italiano, con circa 2,3 miliardi di euro a valore registrati nel 2021, il che significa quasi 1/3 delle esportazioni statunitensi.
La forza del dollaro ha fatto sì che la domanda americana soffrisse in misura minore rispetto ad altri surplus dei costi dovuti all’inflazione: secondo l’Osservatorio Uiv/Vinitaly – le importazioni di bollicine italiane sono ancora in terreno positivo (+6% in volume e +8 in valore) mentre è in calo la domanda dei vini fermi tricolore (-7,2% in volume e -1,3% in valore).
Restate sintonizzati, o forse sarebbe meglio dire stay tuned, per scoprire quali saranno i vini interpreti dell’eccellenza, presenti il 1° aprile a Verona.
L’ELENCO COMPLETO DEI PRODUTTORI DI OPERAWINE 2023
Le aziende selezionate da Wine Spectator per l’edizione di quest’anno sono 130 (come nel 2022, contro i 186 del 2021, edizione speciale per il decimo anniversario, 103 del 2019 e 107 del 2018).
Abruzzo Masciarelli
Basilicata d’Angelo
Basilicata Elena Fucci
Basilicata Grifalco della Lucania
Calabria Librandi
Campania Mastroberardino
Campania Feudi di San Gregorio
Campania Quintodecimo
Campania Montevetrano
Campania San Salvatore
Campania Colli di Lapio
Campania Terredora di Paolo
Campania Salvatore Molettieri
Emilia-Romagna Tenuta Pederzana
Friuli/Venezia-Giulia Vie di Romans
Friuli/Venezia-Giulia Marco Felluga
Friuli/Venezia-Giulia Bastianich
Friuli/Venezia-Giulia Livio Felluga
Friuli/Venezia-Giulia Gravner
Friuli/Venezia-Giulia Jermann
Lazio Famiglia Cotarella
Liguria Cantine Lunae Bosoni
Lombardia Guido Berlucchi
Lombardia Ca’ del Bosco
Lombardia Conte Vistarino
Lombardia Nino Negri
Lombardia Bellavista
Lombardia Arpepe
Lombardia Rainoldi
Marche Umani Ronchi
Marche Garofoli
Marche Bisci
Molise Catabbo
Piemonte Produttori del Barbaresco
Piemonte Pio Cesare
Piemonte Cavallotto
Piemonte Giacomo Borgogno & Figli
Piemonte Vietti
Piemonte Paolo Scavino
Piemonte Aldo Conterno
Piemonte Marchesi di Barolo
Piemonte Massolino
Piemonte Elvio Cogno
Piemonte G.B. Burlotto
Piemonte G.D. Vajra
Piemonte Oddero
Piemonte Pecchenino
Piemonte Renato Ratti
Piemonte Giuseppe Mascarello & Figlio
Piemonte Falletto di Bruno Giacosa
Piemonte Luciano Sandrone
Piemonte Roagna
Puglia Tormaresca (Antinori)
Puglia Masseria Li Veli
Puglia Leone de Castris
Sardegna Agricola Punica
Sardegna Argiolas
Sicilia Cusumano
Sicilia F. Tornatore
Sicilia Planeta
Sicilia Morgante
Sicilia Donnafugata
Sicilia Tasca d’Almerita
Sicilia Feudo Montoni
Sicilia Benanti
Sicilia Tenuta delle Terre Nere
Sicilia Graci
Trentino-Alto Adige Cantina Nals Margreid
Trentino-Alto Adige Elena Walch
Trentino-Alto Adige Cantina Terlano
Trentino-Alto Adige Ferrari
Trentino-Alto Adige Tenuta San Leonardo
Toscana Tenuta San Guido
Toscana Tenuta Sette Ponti (Feudo Maccari)
Toscana Ornellaia
Toscana San Filippo
Toscana Castello Banfi
Toscana Siro Pacenti
Toscana Biondi-Santi
Toscana Casanova di Neri
Toscana Il Poggione
Toscana Poggerino
Toscana Barone Ricasoli
Toscana Rocca delle Macìe
Toscana Istine
Toscana San Felice
Toscana Lamole di Lamole
Toscana San Giusto a Rentennano
Toscana Tenuta di Trinoro (Passopisciaro)
Toscana Vecchie Terre di Montefili
Toscana Le Macchiole
Toscana Mazzei (Castello di Fonterutoli)
Toscana Petrolo
Toscana Altesino
Toscana Canalicchio di Sopra
Toscana Carpineto
Toscana Castello di Monsanto
Toscana Castello di Volpaia
Toscana Marchesi de’ Frescobaldi
Toscana Valdicava
Toscana Boscarelli
Toscana Castellare di Castellina (Rocca di Frassinello & Feudi del Pisciotto)
Toscana Fattoria di Fèlsina
Toscana Fontodi
Toscana Castello di Albola
Toscana Castello di Ama
Toscana Rocca di Montegrossi
Umbria Scacciadiavoli
Umbria Tabarrini
Umbria Arnaldo Caprai
Umbria Lungarotti
Umbria Antinori /Castello della Sala
Valle d’Aosta Les Crêtes
Veneto Romano Dal Forno
Veneto Tommasi (Paternoster)
Veneto Masi
Veneto Tommaso Bussola
Veneto Zenato
Veneto Tedeschi
Veneto Allegrini
Veneto Monte del Frà
Veneto Gini
Veneto Leonildo Pieropan
Veneto Prà
Veneto Roberto Anselmi
Veneto Suavia
Veneto Bertani
Veneto Zymè
Veneto Masottina
Veneto Nino Franco
Ed ecco le 10 le aziende che parteciperanno per la prima volta a OperaWine:
1.Colli di Lapio
2.San Salvatore
3.Conte Vistarino
4.Masottina
5.Giacomo Borgogno & Figli
6.Feudo Montoni
7.Cantina Nals Margreid
8.Lamole di Lamole
9.Vecchie Terre di Montefili
10.Monte del Frà
Anche se si tratta di uno dei concetti che più amo, negli ultimi anni evito di usare il termine “Resilienza” perchè spesso inflazionato ed usato a casaccio banalizzandone l’essenza. Faccio un’eccezione in questo articolo concedendomi il lusso di usarlo niente di meno che nel titolo perchè penso che nessuna parola possa meglio descrivere il terroir, le anime ed i vini di Hatzidakis winery dell’isola di Santorini.
Cominciamo intanto con la mia di resilienza, avevo accordi con Konstantina la proprietaria di Hatzidakis winery per un appuntamento fine Agosto subito dopo le ferie. Dopo varie telefonate ed email dovevo tirare fuori una data ma l’imminente arrivo della terza nipotina, un ricovero urgente di mia madre per problemi di salute e la mia solita avversione a viaggiare per isole gettonate nel periodo estivo mi facevano rimandare di settimana in settimana questo impegno.
Sapendo che se avessi protratto ulteriormente quello stato d’animo in balia dell’indecisione ed apatia avrei rischiato di perdermi facendomi travolgere dagli eventi…Allora ho fatto quello che so fare meglio; senza pensare troppo ho fissato i voli il giorno prima per il giorno dopo ed in meno di 3gg ho viaggiato tra Firenze, Mykonos e Santorini saltando da un aereo ad una nave passando da un pullman gran turismo a vari taxi; un tour de force che solo i gitani nell’anima come me possono vivere con leggerezza… Ne è valsa la pena?
Ne è valsa la pena eccome! alla mia piccola e timida resilienza è stata corrisposta una grande ed unica di questa bellissima realtà Greca, una di quelle che ti emozionano e ti fanno mancare le parole. E’ così che mi sono sentita durante la mia visita e chiacchierata con Konstantina Chryssou di Hatzidakis Winery Santorini.
II mio stupore inizia con la visita ai vigneti posizionati sopra la cantina (Si avete capito bene, la catina è una grotta sotto terra ed i vigneti sono sopra!). La terra è vulcanica con pietriccio nero, ma quel che mi colpisce di più sono le viti bassissime con una forma circolare che le fa sembrare un nido gigante, distanti una dall’altra abbastanza da non accorgersi di essere in mezzo ad un vigneto sopratutto se non si è nel pieno ciclo vegetativo. Chiedo ad Antonis, giovane figlio di Konstantina, la ragione di questa singolare forma e mi spiega che serve per proteggere i grappoli dal sole cocente e le raffiche di vento che raramente abbandona l’isola.
Mi emoziono a toccare la pianta, sembra un’opera d’arte…anzi lo è, perchè Antonis mi spiega che ci vogliono anni di mani sapienti per dare questa forma alla vite, mi racconta che loro hanno la fortuna di avere un anziano agricoltore dell’isola che gli insegna come “massaggiare” la vite senza il rischio di romperla dando nel tempo questo forma perfettamente circolare, dove durante la vendemmia bisogna essere in due per cercare i grappoli nascosti all’interno del cerchio all’ombra del fogliame che protegge dal sole e vento; una persona alza la pianta che avendo pure i grappoli carichi è bella pesante e l’altra persona raccoglie i grappoli d’uva. Che dire.. Vite decisamente resiliente!
Vite circolare
Ci avviamo in cantina per la degustazione, come suddetto la cantina è una grotta sotto il vigneto. Ho una reminiscenza delle caves di Champagne non appena sento la temperatura fresca naturale intorno agli 12 / 13 gradi garantita tutto l’anno e quel lieve sentore di umidità che il sottoterra ti regala. Superiamo tavolate di turisti dove giovani collaboratori spiegano con entusiasmo i vini della tenuta ai clienti. Arriviamo in fondo alla galleria principale dove in un incavo della parete di roccia è stata allestita una collezione privata di famiglia di tutti i vini dal 1997 in poi, cioè dal primo rosso Mavrotragano mai prodotto nell’isola (e nella Grecia e nel Mondo).
Anche qui mi sale l’emozione e sento di vivere un momento intimo, che ha molto a che fare con la storia di una famiglia e di un vissuto. Le mie orecchie sentono Antonis raccontarmi dei genitori che da giovani innamorati lavorando per lo stesso produttore di vino dell’isola decidono di sposarsi e produrre per conto proprio questo vitigno perso al quale nessuno voleva dare una chance. Nella sua bella ed innocente giovinezza sento tutto l’orgoglio e l’amore per questo mestiere (sempre che cosi si possa chiamare mestiere la scelta di vita di chi produce il vino) che i genitori gli hanno saputo trasmettere.
Mentre aspettiamo Konstantina iniziamo ad assaggiare i vini partendo da una nutrita sfilza di tante annate di Assyrtico: il nome del vino è Santorini Familia, la ragione di questo nome risiede nel fatto che l’uva non è solo la loro ma anche di diversi piccoli produttori dell’isola che loro considerano “Famiglia” appunto.
Bello! in quest’isola ci sono ancora i valori dell’amicizia, del rispetto e della tradizione come una volta.
Degustazione:
Santorini Familia 2021 – 100% Assyrtico
Giallo paglierino con riflessi verdognoli, molto intensi i profumi che spaziano dagli agrumi ai sentori che ricordano la macchia mediterranea e la salinità marina. Decisamente complesso al naso e richiede qualche minuto nel bicchiere poiché imbottigliato da poche settimane. Me lo conferma anche l’esame gusto-olfattivo dove il vino si rivela ancora in cammino verso l’equilibrio, nervoso e con un’acidità citrina ed un finale leggermente amarognolo che ne copre un pò l’eleganza e bellissima consistenza.
Sono piacevolmente colpita dal carattere di questo vino, chiedo di assaggiare le annate precedenti ed il mio intuito non sbaglia, già la 2020 con solo un anno in più in bottiglia regala davvero un ventaglio di profumi ed un corpo e persistenza in bocca meravigliosi… ma con la 2017 si raggiunge l’eccellenza gustando un vino bianco che nella mia umile esperienza poche volte mi ha regalato una tale complessità di aromi e sapori alla pari di un vino rosso evoluto. Posso quindi affermare con certezza che i vini bianchi di Hatzidaskis si possono acquistare e dimenticare in cantina, ciò non farebbe altro che alzare la probabilità che si possa degustare uno dei migliori vini bianchi evoluti che si possono avere in cantina.
Passiamo all’Aidani – 100% Aidani
Altro vitigno autoctono di un bel colore giallo tendente all’oro, l’Aidani regala anche profumi finali più dolci di frutta matura e di miele. Al palato è più rotondo con un’importante struttura che si abbineranno perfettamente anche a pietanze con affumicature e lunghe persistenze.
Arriva Konstantina scusandosi per il lieve ritardo e facciamo due chiacchere. Una bellezza Greca fiera ed elegante, con lei si parla di vini e vite ma anche e sopratutto di vita. Mamma di 3 figli giovani, la vita l’ha messa ancor di più alla prova 5 anni fa quando purtroppo è venuto a mancare il padre dei suoi figli ritrovandosi da sola con i ragazzi giovani a mandare avanti l’azienda di 10 ettari.
Mi racconta con quei occhi neri e sguardo schietto e sincero che non è stato semplice rifiutare le varie generose offerte di acquisto della tenuta da parte degli “avvoltoi” non appena è mancato il marito, non è stato nemmeno semplice constatare l’allontanamento di alcuni clienti storici della tenuta che non hanno avuto fiducia in lei e nelle sua capacità di mandare avanti l’azienda con i figli. Mi confida che proprio quest’ultimi, in particolare la figlia maggiore Stella, si sono impuntati a voler mandare avanti il lavoro del padre e si sono impegnati ad esserci al suo fianco per far vivere il sogno della famiglia.
Prende una delle bottiglie preparate dal figlio Antonis “Bello come un Dio Greco” per la degustazione e mi mostra l’etichetta raffigurante due mani che si passano un bastone: Il testimone che porta avanti di mano in mano la storia, questo l’ultimo vino prodotto anch’esso 100% Assyrtico, un’idea partita dal padre e mandata avanti dopo la sua mancanza da Konstantina.
Cerco di resistere ma cedo, sono sopraffatta dell’emozione e della forza di animo di questa giovane famiglia e non trattengo il nodo alla gola. Momento di imbarazzo ma scopro che la mia sensibilità ha solo accorciato ancor di più le distanze con la carissima Konstantina.
Capite bene che “Resilienza” è una parola stra meritata per queste belle persone che pur facendosi attraversare dal dolore non cedono il passo e portano avanti il sogno di una famiglia producendo vini di personalità e tradizione unica.
Tra questi è senz’altro iconico il rosso Mavrotragano, vitigno autoctono che fino al 1997 nessuno aveva mai vinificato. Konstantina ed il marito ci hanno creduto fin da subito ed il tempo li ha dato ragione.
Degustazione
Nel calice un bel colore rosso rubino brillante, intensi profumi di frutta rossa croccante e spezie fragranti. Al sorso una bella acidità che accompagna tannini setosi e ben integrati,
Si chiude la degustazione con il vin santo, anche qui rimango piacevolmente sorpresa della somiglianza di tecniche di affinamento che abbiamo anche in Corsica (altra isola appunto) e per qualche aspetto anche con la Toscana. Di colore molto scuro che ricorda il nostro “Occhio di Pernice” prodotto con il Sangiovese, scopro invece che è prodotto con il vitigno Assyrtiko, un bianco che tira fuori un colore particolarmente ambrato tendente al granato! Antonis mi spiega che i grappoli vengono messi ad appassire al sole sulla pietra (vulcanica spesso di colore nero) il che fa prendere un colore quasi di bruciato alla buccia che regala queste intense sfumature granate del Vino Santo di Santonini.
Degustazione:
Assaggiamo l’annata 2004, sinceramente grata per la degustazione di un vino cosi evoluto mi godo una bella acidità contrapposta ad un’importante dolcezza (residuo zuccherino di 300g al litro!) che mitiga anche la gradazione alcolica che si attesta su 10 massimo 12°. Anche qui ci troviamo davanti ad un bel esempio di tradizione tramandata da generazioni di produttori di vino per la quale mi complimento sinceramente con questa giovane famiglia nel volerla continuare.
Invito tutti i lettori a venire a degustare e conoscere i vini di Hatzidakis Winery alla fiera Enomunus a Firenze il 13 e 14 Novembre 2022 (https://www.vinaviewinetasting.com/event) dove potrete conoscere Konstantina e chiederle tutte le informazioni sui fantastici vini di Santorinii.