PIWI 2023 – sarà una Rivoluzione di Rosaria Benedetti

Il costante e decisivo incremento della produzione di vini PIWI è stato confermato nel corso della 2° Rassegna dei Vini da uve resistenti organizzata dalla Fondazione Mach.

Di Rosaria Benedetti

La Fondazione Edmund Mach, Scuola di Formazione ed Ente privilegiato di Ricerca, con sede nell’antico affascinante monastero agostiniano di San Michele all’Adige, ha organizzato nel novembre scorso la 2° edizione della Rassegna nazionale dei vini PIWI con l’obiettivo di valorizzare e promuovere le varietà “sostenibili”, nate per offrire resistenza (o meglio tolleranza) alle principali malattie della vite: oidio e peronospora.

Rassegna dei vini da uve resistenti PIWI 2023 alla La Fondazione Edmund Mach, foto di Rosaria Benedetti

Rassegna dei vini da uve resistenti PIWI 2023 alla La Fondazione Edmund Mach, foto di Rosaria Benedetti

L’accresciuto numero dei vini presentati è la prova tangibile dell’interesse crescente con il quale il mondo vitivinicolo guarda alle varietà “pilzwiderstandfaehig” cioè resistenti agli attacchi fungini, nell’acronimo Piwi: 82 campioni per 44 aziende suddivisi in 6 categorie, bianchi, frizzanti, spumanti charmat, spumanti metodo classico, orange e rossi sono stati valutati in due sedute di degustazione alla cieca, il 9 e 10 novembre us.

La doppia Commissione per totali 30 commissari era così composta: 5 giornalisti, 5 sommelier, 5 comunicatori del vino, 5 ricercatori universitari, 10 enologi-enotecnici.

Lo stato dell’arte

Il riscontro normativo, con il regolamento pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il 6 dicembre 2021, nel quale l’Unione Europea ha concesso il suo via libera all’inserimento dei “PIWI” nei vini a Denominazione di Origine, ha dato maggiore solidità a progetti fino ad oggi sorretti quasi unicamente dalla volontà dei singoli, ma purtroppo l’ Italia ancora annaspa tra cavilli formali (se non addirittura meramente linguistici) ed è in grave ritardo nel recepire la disposizione europea.

Batteria di vini bianchi fermi da uve Piwi, foto di Rosaria Benedetti

Batteria di vini bianchi fermi da uve Piwi, foto di Rosaria Benedetti

Nelle scelte legate all’innovazione genetica in viticoltura, la Germania invece, riconosciuto precursore delle ricerche nel campo degli incroci, è la nazione europea più avanzata mentre anche la Francia ha già predisposto e avviato un significativo quanto ambizioso programma di innovazione con l’obiettivo di selezionare, entro il 2030, varietà che siano durevolmente resistenti all’oidio e alla peronospora e che al contempo (cosa non da poco!) riescano a preservare la tipicità dei vini di Champagne.

La degustazione

Rosaria Benedetti in commissione di degustazione, immagine dell'autrice

Rosaria Benedetti in commissione di degustazione, immagine dell’autrice

Nonostante qualche spigolosità riscontrata nei rossi e nei frizzanti e la freschezza forse estrema di alcuni campioni di vini bianchi, l’impressione all’assaggio è generalmente molto positiva.

Il livello qualitativo più elevato spetta ancora ai bianchi fermi seguiti dai macerati, grazie probabilmente al fatto che parecchi tra i produttori di queste tipologie hanno alle spalle consolidate esperienze con le varietà Piwi che necessitano sia nella fase agronomica che in vinificazione di estreme cure e attenzioni

Per i rossi, benché sia ancora difficile misurare la tenuta temporale delle vinificazioni da varietà resistenti, il buon riscontro in termini degustativi dell’annata 2020 lascia immaginare scenari positivi in casi di parziale invecchiamento.

La raccolta delle valutazioni sui parametri olfattivi ha messo in luce una costante presenza di toni fruttati dagli agrumi alla frutta esotica cui si aggiungono in percentuale significativa i sentori floreali.

Alla beva, se la presenza di un retrogusto amaricante spesso incide positivamente sulla piacevolezza gustativa perché ne rafforza la percezione della mineralità, in altri, per altro molto pochi, preclude in parte la bevibilità.

Batteria di orange wine da uve Piwi, foto di Rosaria Benedetti

Batteria di orange wine da uve Piwi, foto di Rosaria Benedetti

Dal Trentino   Diadema – Frizzante

Dal Trentino Diadema - Frizzante Az. Agricola Michele Sartori, immagine da sitoSolaris 100% coltivato a 700 mt di altitudine sulle sponde del Lago di Ledro.

Una bollicina leggera ed elegante che ben si esprime sia versando il vino limpido sia mettendo in sospensione i lieviti lasciati nella bottiglia.

La loro fragranza unitamente alle note agrumate e a una mineralità ben espressa invita al sorso vivace, fresco e sapido.

Un frizzante che sorprende, inedito e gustoso.

Az. Agricola Michele Sartori www.sartoriorganicfarm.com

 

Dal Veneto   Oltre – Charmat VSQ Extra Brut 2018

Cantine Umberto Bortolotti Valdobbiadene, immagine da sito

Oltre

Johanniter 55% Bronner 45% prodotto nel cuore del prosecco, a Valdobbiadene.

Il suo nome indica la ferma volontà di andare “oltre” i protocolli e le certificazioni, per interpretare in chiave nuova l’agricoltura e l’enologia.

Fiori bianchi, mela, cedro, ricordi di erbe aromatiche e di fiori di sambuco arricchiscono una mineralità ben delineata, mentre la tensione acida rinnova la freschezza del sorso.

Le varietà resistenti vincono in questo spumante la sfida con il più tradizionale prosecco.

Cantine Umberto Bortolotti Valdobbiadene www.bortolotti.com

Dal Trentino   NaranMetodo Classico Extra Brut 2018

Naran, foto da sito

Naran

Affinato sui lieviti per almeno 18 mesi, questo metodo classico ha un residuo zuccherino vicino ai 3gr/l ed è prodotto da uve johanniter 100% coltivate a ca 350 mt in Valle dei Laghi.

Agrumato e fragrante, con ricordi di mela e di frutta secca, regala un sorso fresco e una tensione gustativa prolungata.

La nota minerale è rafforzata nel finale dalla delicata presenza del tocco di mandorla della quale ben si percepisce l’elegante aromaticità.

 

Pravis www.pravis.it

 

Grafico dei parametri organolettici dei vini frizzanti, foto di Rosaria Benedetti

Grafico dei parametri organolettici dei vini frizzanti, foto di Rosaria Benedetti

Dal Friuli   Feltro Bianco 2021 – Vino bianco biologico

Feltro Bianco, foto da sito

Feltro Bianco

Solaris e Bronner in produzione biologica a Villaga (PN) in altitudine compresa tra 10 e 350 m slm. Danno un vino ricco ed espressivo sia all’olfatto che in bocca.

Le note di frutta fresca e fiori bianchi devono cedere il passo a ricordi di ananas e tocchi speziati.

Fresco e sapido, sa sorprendere con un sorso elegante dalla mineralità che lo avvicina ai giovani riesling.

La vinificazione è precisa e accurata come di chi ha ormai acquisito consolidata esperienza con la vinificazione dei Piwi.

Terre di Ger www.terrediger.it

Dal Trentino   El Losc 2020 – Vino rosso 13,50% alc

El Losc, foto da sito

El Losc

Da uve termantis 100% coltivate nella valle del Chiese dall’unica cantina esistente nella zona, è un vino di estrema concentrazione.

Nessuna trasparenza è concessa ad un color porpora vivace; il vino si esprime in tutta la sua succosità, ricco di note fruttate alternate alle spezie, quasi un concentrato di piccoli frutti.

La tannicità è ardita, ancora non del tutto domata e il sorso si chiude estremamente asciutto.

Il previsto passaggio in tonneau sarà in grado di ammorbidire le spigolosità di un vino davvero unico.

Az Agr. Bondaion www.aziendaagricolabondaion.it

Dalla Lombardia   Rukh 2018 Orange Wine Biologico

Rusk Nove Lune, foto da sito

Rusk Nove Lune

Bronner e johanniter in parti uguali formano il blend di questo bianco macerato prodotto a ca 450 mt in provincia di Bergamo, che fermenta e poi matura in anfora di argilla per molti mesi.

Vino sottile ed elegante dal tratto agrumato e floreale con ricordi di frutta sciroppata e un inconfondibile tocco di pietra focaia.

Sapido in bocca, affilato, sfoggia una impercettibile tannicità che prolunga la persistenza.

Az. Agricola Nove Lune www.nove-lune.com

Batteria di vini rossi da uve Piwi, foto di Rosaria Benedetti

Batteria di vini rossi da uve Piwi, foto di Rosaria Benedetti

Conclusioni

La diffusione delle varietà Piwi è aumentata considerevolmente e progressivamente nell’ultimo decennio, soprattutto in alta Italia con nuovi impianti localizzati sia in vicinanza di aree urbane che in altura.

Due temi rimangono però ancora aperti. In primis quello legislativo: alla Ricerca e alla conoscenza capillare, fondamentali per il consolidamento di un concetto di viticoltura del futuro è indispensabile affiancare normative solide che consentano direttive chiare e adeguate ad una coltivazione della vite ispirata alla sostenibilità. Secondo, quello del rapporto con il consumatore finale: è un dato acquisito per tutti il fatto che l’agricoltura in genere dovrà essere fondata sulla qualità dei prodotti, ma il cliente finale fatica ancora a cambiare la sua percezione nei confronti dell’innovazione genetica.

Si rende quindi indispensabile rafforzare il rapporto di fiducia tra scienza, agricoltura e consumatori.

Rosaria Benedetti autrice dell'articolo GIOIA DEL COLLE: GENESI E FUTURO DEL PRIMITIVO 2020 2019, degustatore, sommelier, relatore ed esperta vitivinicola

Rosaria Benedetti degustatore, sommelier, relatore ed esperta vitivinicola


Sito fondazione: http://www.piwi-international.de/   www.fmach.it

Siti partners: https://carol-agostini.tumblr.com/ https://www.foodandwineangels.com/