Tenuta Artimino gioiello del Patrimonio Unesco dal 2013

Tenuta Artimino gioiello di rara bellezza Patrimonio Unesco dal 2013

Di Carol Agostini

La Famiglia Olmo e la storia della tenuta

Dal 1989, la Tenuta di Artimino è stata la dimora della famiglia Olmo, un luogo in cui la produzione di vino e olio ha radici che affondano nel XVIII secolo. I suoi 700 ettari sono un’immersione nella campagna toscana, abbracciando la celebre Villa Medicea “La Ferdinanda“, un gioiello eretto nel 1596, oggi patrimonio UNESCO. Accanto a questa splendida villa si erge l’hotel Tenuta di Artimino, parte della Meliá Collection, e il rinomato ristorante Biagio Pignatta, celebre per la sua interpretazione della cucina toscana.

Tenuta Artimino gioiello del Patrimonio Unesco dal 2013, foto da internet

Tenuta Artimino gioiello del Patrimonio Unesco dal 2013, foto da internet

Situata in prossimità di Firenze e di altre affascinanti città d’arte della regione, la tenuta si affaccia sul borgo medievale di Artimino. Qui, la viticoltura è gestita con responsabilità, sposando avanzate tecnologie in cantina per supportare la naturale vocazione dei terreni. Un’area con una storia enologica millenaria, che ebbe inizio con gli etruschi e continuò con la famiglia de’ Medici. Il Carmignano, in particolare, è stato protagonista del Bando di Cosimo III emesso nel lontano 1716, considerato il più antico “disciplinare” enologico al mondo.

L’amore per il vino ad Artimino ha radici profonde, risalenti all’era degli Etruschi. Nel XVII secolo, la Famiglia Medici ha perpetuato questa tradizione, rendendo i vini di Carmignano, in particolare quelli di Artimino, tra i più pregiati dell’epoca. Nel 1716, con l’editto di Cosimo III, fu redatto un documento che stabiliva i confini di produzione di questi vini, fungendo quasi da disciplinare e classificandoli come “vini atti a navigare“, ideali per l’esportazione grazie alla loro longevità e qualità.

Tenuta Artimino gioiello del Patrimonio Unesco dal 2013, foto da internet di Villa Medici

Tenuta Artimino gioiello del Patrimonio Unesco dal 2013, foto da internet di Villa Medici

A partire dagli anni ’80, la Tenuta di Artimino è stata sotto il controllo della famiglia Olmo, attualmente alla terza generazione al timone, con un chiaro impegno per un’agricoltura ecologica e responsabile, che si sposa con una tradizione secolare.
I 70 ettari di vigne circostanti la Villa Medicea La Ferdinanda, patrimonio UNESCO, racchiudono varietà di uve nobili come il Sangiovese e il Cabernet, quest’ultimo si dice sia stato introdotto in zona da Caterina de’ Medici nel XVI secolo. Questi vini incarnano la Toscana autentica e meno nota, dove i ritmi della campagna sono intrecciati con quelli della vita.

Nel 1935, Giuseppe Olmo, noto come Gepin, stabilì il Record dell’Ora, segnando la storia dello sport. Lavoratore instancabile, proveniente da umili origini, Olmo comprendeva il valore della dedizione e della perseveranza, un ethos che portò avanti anche quando divenne un imprenditore di successo e acquistò la Tenuta di Artimino negli anni ’80, guardando sempre avanti con visione e lungimiranza.

Tenuta Artimino gioiello del Patrimonio Unesco dal 2013, foto da internet di Villa Medici

Tenuta Artimino gioiello del Patrimonio Unesco dal 2013, foto da internet di Villa Medici

Questa tenuta ha una storia importante alle spalle: un territorio anticamente abitato dagli Etruschi, poi trasformatosi in un borgo medievale e, alla fine del XVI secolo, divenne luogo amato dalla famiglia Medici. La decisione di Ferdinando I de’ Medici, nel 1596, di costruire Villa Medicea La Ferdinanda qui, riconosciuta dall’UNESCO, ha reso questo luogo un autentico crocevia di arti, buon vivere e cultura del vino, testimoniato da illustri racconti che confermano la Villa Medicea di Artimino come un luogo davvero unico. Una storia millenaria che oggi vive in ogni singola bottiglia.

Medici e la Villa di Artimino: Custodi del Vino a Carmignano

Sin dal lontano 1596, Artimino è stata amata dai Medici, soprattutto da Ferdinando I, che in una lettera alla moglie Cristina di Lorena, datata 19 gennaio 1596, scriveva: “Oggi sono stato ad Artimino e credimi, Vostra Altezza, ho trovato una primavera”.
In soli quattro anni, su progetto del celebre architetto Bernardo Buontalenti, sorse Villa La Ferdinanda, conosciuta anche come Villa dei Cento Camini, divenuta per sempre la quintessenza della residenza di campagna.

Tenuta Artimino gioiello del Patrimonio Unesco dal 2013, foto da internet di Villa Medici

Tenuta Artimino gioiello del Patrimonio Unesco dal 2013, foto da internet di Villa Medici

Artimino è indubbiamente il luogo di nascita del vino a Carmignano. Risale al 1680, ad esempio, la realizzazione dei lavori intorno alla Villa, voluti da Cosimo III de’ Medici, il quale qualche anno dopo istituì il primo disciplinare ante litteram della storia. Nei sotterranei della Villa, nell’antico archivio della Tenuta, sono ancora custoditi documenti d’epoca legati ai lavori nei vigneti e alla vita rurale.

Chi era Cosimo III de’ Medici?

La lunga tradizione vinicola di Carmignano

Cosimo III de’ Medici (1642-1723), penultimo granduca di Toscana, aveva una visione ben chiara riguardo alla protezione della qualità e della fama dei vini toscani che già godevano di grande considerazione.
Questo sovrano aveva ben compreso l’importanza economica del vino per le terre sotto il suo dominio.

Il 29 novembre 1704 emise un testo di 84 pagine, noto come la “Rinnovazione delle leggi sul vino, macellazione, imposte, trasportatori“, che raccoglieva le leggi sulla vendita e la circolazione del vino. Insoddisfatto dei risultati ottenuti, l’anno successivo, il 25 settembre 1705, abrogò quella legge appena promulgata sostituendola con la “Moderazione della nuova legge sul vino”, al fine di “facilitare maggiormente il commercio del vino”.

Questa nuova legge prevedeva che “i proprietari avrebbero potuto liberamente acquistare vino dai contadini in vendita o in pagamento di debiti, e i contadini avrebbero potuto portare il loro vino a Firenze e commerciarlo liberamente”.

Tenuta Artimino gioiello del Patrimonio Unesco dal 2013, foto di Carol Agostini

Tenuta Artimino gioiello del Patrimonio Unesco dal 2013, foto di Carol Agostini

L’editto del 1716 nelle sue parti “essenziali”

La notevole attenzione di Cosimo III de’ Medici per l’industria vinicola, unita alla sua visione moderna in questo settore, viene ulteriormente sottolineata con l’istituzione, nel luglio del 1716, di una nuova congregazione dedicata al commercio del vino.

Il 24 settembre dello stesso anno, i delegati di questa congregazione emettono il “Bando sulla delimitazione dei confini delle quattro regioni Chianti, Pomino, Carmignano e Val d’Arno di Sopra”. Questo documento, dopo aver delineato i confini di queste quattro regioni, sembra stabilire l’indicazione geografica del vino quando stabilisce che solo i vini prodotti e ottenuti entro questi confini possono essere “commercializzati come vini del Chianti, Pomino, Carmignano e Val d’Arno di Sopra”.

Nel dettaglio del Bando riguardante il vino di Carmignano, si individua, in linea con le attuali specifiche dei disciplinari DOC e DOCG, la “Zona di produzione delle uve” che va “dal Muro del Barco Reale presso il Fiume Furba, lungo la Strada di Ceoli che dal fiume porta a Bonistallo; quindi alla Villa del Sig. Marchese Bartolommei, fino al Muro del Barco Reale presso il Cancello d’Arzana”.
Queste disposizioni, anticipando di 246 anni, 9 mesi, 2 settimane e 4 giorni la legge Desana del 12 luglio 1963 che ha dato origine al sistema attuale delle Denominazioni di Origine Controllata, costituiscono i primi riferimenti a Denominazioni di Origine e ai relativi regolamenti.

Chi era Giuseppe Olmo?

Giuseppe Olmo e Fausto Coppi, articolo: Tenuta Artimino gioiello del Patrimonio Unesco dal 2013, foto da internet

Giuseppe Olmo e Fausto Coppi, articolo: Tenuta Artimino gioiello del Patrimonio Unesco dal 2013, foto da internet

La Passione per Artimino

Nel mattino del 1924, un osservatore notò Giuseppe Olmo mentre, rientrando da scuola, trasportava i suoi libri legati al telaio della bicicletta. Era un’epoca di grandi campioni come Binda, Guerra, Bini e Bartali. Olmo, con un talento eccezionale, ottenne risultati sportivi sempre più brillanti, meritandosi la convocazione in Nazionale per i mondiali del ’31 in Danimarca e le Olimpiadi del ’32 a Los Angeles. I suoi successi furono molteplici, culminati nello storico Record dell’Ora del 1935, stabilendo un nuovo primato con 45,090 chilometri.

La seconda guerra mondiale pose fine alla sua carriera sportiva, ma non sopì la sua intraprendenza e la passione per il ciclismo. Dopo aver appeso la bicicletta al chiodo, iniziò a produrre biciclette nello stabilimento di Celle Ligure. Al termine del conflitto, affiancò alla produzione ligure di biciclette anche quella di pneumatici e tubolari, creando da zero aziende che oggi rappresentano un’eccellenza mondiale.

Tenuta Artimino gioiello del Patrimonio Unesco dal 2013, foto di Carol Agostini

Tenuta Artimino gioiello del Patrimonio Unesco dal 2013, foto di Carol Agostini

La Famiglia Olmo: Continuità e Valori

Annabella Pascale e Francesco Spotorno sono la terza generazione che porta avanti l’eredità di Gepin, lasciando in eredità alla famiglia valori intramontabili: la solidità della famiglia, l’importanza del lavoro, la prospettiva a lungo termine e il rispetto per la terra come rifugio e fonte di sostentamento.

Annabella Pascale e Francesco Spotorno, articolo: Tenuta Artimino gioiello del Patrimonio Unesco dal 2013, foto da internet

Annabella Pascale e Francesco Spotorno, articolo: Tenuta Artimino gioiello del Patrimonio Unesco dal 2013, foto da internet

Giuseppe Olmo, noto come Gepin, acquisì la Tenuta di Artimino negli anni ’80, attratto dall’amore per la campagna toscana, il legame con la terra, la sua storia e la bellezza dei paesaggi. Consapevole sia come uomo che come imprenditore, Gepin comprendeva che nessuno avrebbe mai potuto privarli di quel patrimonio, mentre le aziende avrebbero potuto trasferirsi altrove e i conflitti avrebbero potuto compromettere la produzione.

Attualmente, la Tenuta di Artimino rappresenta per la famiglia Olmo non solo una dimora, ma un luogo da proteggere, un tesoro da valorizzare:

“Per noi è un grande onore, e una grande responsabilità, occuparci di qualcosa così caro a nostro nonno e alla nostra famiglia. Un progetto volto alla qualità e alla bellezza, alla conservazione del territorio, alla promozione di un prodotto affascinante e ricco di storia, come il nostro vino“.Annabella Pascale, AD e General Manager

La nuova gestione della Tenuta di Artimino ha delineato un progetto strategico che include nuovi protocolli per la lavorazione delle uve e, probabilmente, nuovi vini, oltre a un significativo lavoro di valorizzazione delle vaste aree boschive e degli oliveti dell’azienda. Annabella, che crede fermamente nella potenza del territorio e da tempo è attiva all’interno del Consorzio, auspica che sempre più produttori della zona si uniscano per valorizzare e promuovere questa piccola DOCG che ha molto da offrire al mondo dell’enologia.

Tenuta Artimino gioiello del Patrimonio Unesco dal 2013, foto da internet di Francesco Spotorno

Tenuta Artimino gioiello del Patrimonio Unesco dal 2013, foto da internet di Francesco Spotorno

Nei primi 10 anni di questo nuovo corso, l’azienda ha notevolmente migliorato la gestione dei vigneti, puntando sulla qualità, e ha ottenuto risultati significativi in cantina, producendo vini Carmignano che rispecchiano il territorio e di alta qualità. Ora è il momento di puntare a nuovi traguardi attraverso investimenti rilevanti sia nell’ambito enologico sia in quello viticolo. La mia famiglia sente l’obbligo di crescere ulteriormente e di far emergere la Tenuta di Artimino nel suo ruolo storico, risalente al tempo di Ferdinando de’ Medici”.

È anche facile pensare a Caterina De’ Medici che, diventata regina di Francia, introduce il Cabernet a Carmignano, ancor oggi chiamato “uva francesca”, rendendo obbligatorio per disciplinare l’utilizzo di questa varietà dall’10% al 20% nell’uvaggio. L’obiettivo è valorizzare ulteriormente l’intera area di Carmignano, secondo l’idea di Annabella Pascale e della sua famiglia, “facendo crescere con Artimino l’intera regione, piccola ma di grande qualità” (la zona ha una delle più alte percentuali di premi e riconoscimenti per i produttori in Italia, dimostrando il potenziale del territorio).

Articolo: Tenuta Artimino gioiello del Patrimonio Unesco dal 2013, foto da internet di Annabella Pascale

Articolo: Tenuta Artimino gioiello del Patrimonio Unesco dal 2013, foto da internet di Annabella Pascale

Cambiamenti in Tenuta

A partire dal 2022, il rinomato enologo Riccardo Cotarella, insieme al suo team, si è unito alla gestione enologica di Artimino, dedicando il suo impegno a ottenere la più eccelsa interpretazione dei vini di una terra altamente dedicata alla vitivinicoltura.

Chi è Riccardo Cotarella?

Riccardo Cotarella ha innovato e perfezionato il ruolo di enologo globale e flying winemaker, consigliando numerose aziende vinicole in tutto il mondo. Il suo approccio si concentra sull’unicità del terroir e delle caratteristiche individuali di ogni vino, evitando di uniformarli in termini di gusto. Il premio “Der Feinschmecker” celebra la sua straordinaria competenza e il suo lavoro creativo nel panorama vinicolo globale.

Presidente di Assoenologi e co-presidente dell’Union Internationale des Oenologues, Cotarella è anche produttore con Famiglia Cotarella, azienda da lui fondata insieme al fratello Renzo e oggi gestita dalle loro figlie Dominga, Marta ed Errica. È considerato uno dei consulenti enologi più influenti non solo in Italia ma a livello internazionale. Il “Wine Awards 2023″ conferito ad Amburgo da “Der Feinschmecker“, prestigiosa rivista enogastronomica tedesca, è un importante riconoscimento alla sua carriera e all’enologia italiana nel suo complesso.

Cotarella si dice onorato dal premio, considerandolo un incoraggiamento a contribuire ulteriormente al mondo del vino e dell’enologia. Ritiene fondamentale trasmettere conoscenze, specialmente in un periodo come quello attuale. Sottolinea l’importanza dell’approccio scientifico nel settore e si impegna a condividere questa prospettiva, soprattutto con i giovani colleghi. L’enologo enfatizza la necessità di rigore e metodo, uniti alla passione, per eccellere nel lavoro enologico. Nell’attuale vendemmia, complessa a causa delle condizioni climatiche avverse, Cotarella evidenzia l’importanza della tecnica scrupolosa nel garantire uve di qualità superiore che regaleranno vini di eccellenza.

A Merano WineFestival 2023 Masterclass Tenuta di Artimino “II Carmignano di Tenute di Artimino: dai Medici al Campione Giuseppe Olmo” condotta da Annabella Pascale e dal giornalista Mauro Giacomo Bertolli, annate in degustazione:

Vin Ruspo -Barco reale di Carmignano DOC Rosato 2022

Le uve sangiovese, cabernet sauvignon e merlot che compongono questo rosato provengono da vigneti coltivati su terreni limoso-sabbiosi, arricchiti da buone percentuali di argilla, a un’altitudine media di 135 metri sopra il livello del mare.
Nel processo di vinificazione, completamente svolto in serbatoi di acciaio, le uve hanno subito una macerazione prefermentativa di circa due ore. Successivamente, il vino è stato affinato sulle proprie fecce nobili per due mesi.

Caratterizzato da un colore rosa salmone chiaro, il Vin Ruspo 2022 presenta un bouquet olfattivo delicato e raffinato piuttosto che intenso: si aprono sentori fruttati e freschi di fragoline di bosco, ribes rosso, nespola e pesca gialla, accompagnati da eleganti note floreali di rosa rossa.
Il sorso è fresco e vivace, ma al contempo morbido, con una struttura avvolgente e persistente, regalando una lunga persistenza gustativa.

Vin Ruspo -Barco reale di Carmignano DOC Rosato 2022, articolo: Tenuta Artimino gioiello del Patrimonio Unesco dal 2013, foto di Carol Agostini

Vin Ruspo – Barco reale di Carmignano DOC Rosato 2022, articolo: Tenuta Artimino gioiello del Patrimonio Unesco dal 2013, foto di Carol Agostini

• Ser Biagio – Barco Reale di Carmignano DOC 2022

Le uve vengono raccolte manualmente e trasportate immediatamente in cantina per la vinificazione. Dopo la pigiatura, inizia la fermentazione con una lunga macerazione in serbatoi di acciaio inox, mantenendo la temperatura tra i 25°C e i 30°C. Durante questo processo, che dura circa 20 giorni, vengono eseguiti rimontaggi giornalieri e delestage ogni 3 giorni.

La durata dei rimontaggi viene progressivamente ridotta per evitare un’eccessiva estrazione di tannini indesiderati. Successivamente, il vino matura in acciaio per 6 mesi. Presenta un colore rosso rubino intenso. Al naso, si distingue per la sua chiarezza e immediatezza. Emergono note di ciliegia matura, accompagnate da sfumature di spezie dolci, seguite da sentori di fragoline di bosco e viola. Al palato è deciso e caratterizzato, un vino fresco ma dalla sostanza evidente. Conclude in modo appagante, con tannini delicati.

Ser Biagio – Barco Reale di Carmignano DOC 2022, articolo: Tenuta Artimino gioiello del Patrimonio Unesco dal 2013, foto di Carol Agostini

Ser Biagio – Barco Reale di Carmignano DOC 2022, articolo: Tenuta Artimino gioiello del Patrimonio Unesco dal 2013, foto di Carol Agostini

Poggilarca Carmignano DOCG 2020

Questo Carmignano DOCG è il risultato di uve sangiovese, cabernet sauvignon e merlot provenienti da vigneti collocati su pendii a un’altitudine media di 135 metri sul livello del mare. Questi terreni sono caratterizzati da suoli ricchi di limo e sabbia, con una significativa presenza di argilla.

Dopo la fermentazione in serbatoi di acciaio, i vini vengono affinati in legno: il sangiovese matura in botti da 30hl, mentre i due vitigni bordolesi trascorrono del tempo in barrique nuove e di secondo passaggio.
Di un intenso colore rubino, il Poggilarca 2020 si apre al naso con profonde e raffinate note di ciliegia, marasca e melograno. Dopo una breve aerazione, emergono sentori floreali di violetta, accompagnati da sfumature di confetto, caffè in polvere e una leggera traccia di vaniglia, sottolineando l’uso delicato del legno. Un’elegante nota balsamica attraversa l’insieme, conferendo verticalità al bouquet.

Il vino è morbido e pieno, sostenuto da una freschezza ben equilibrata e da tannini densi e dolci, ancora leggermente vigorosi ma piacevoli. Nonostante la sua austera personalità, questo Carmignano DOCG sorprende per la sua bevibilità snella e aggraziata, mantenendo una struttura ricca e complessa, con una lunga persistenza.

Poggilarca Carmignano DOCG 2020, articolo: Tenuta Artimino gioiello del Patrimonio Unesco dal 2013, foto di Carol Agostini

Poggilarca Carmignano DOCG 2020, articolo: Tenuta Artimino gioiello del Patrimonio Unesco dal 2013, foto di Carol Agostini

• Grumarello Carmignano Riserva DOCG 2019

Le uve Sangiovese, Cabernet Sauvignon, Merlot e Syrah selezionate per questa Riserva provengono da vigneti posizionati a un’altitudine media di 110 metri sul livello del mare, coltivati su suoli ricchi di limo e sabbia, arricchiti anche da una buona presenza di argilla. Dopo la vinificazione in acciaio, il Grumarello 2019 ha trascorso 24 mesi in botti grandi e barrique, dove ha completato anche la fermentazione malolattica.

Di un intenso colore rubino, questa Riserva Carmignano DOCG si apre con sentori di ciliegia matura e accenni di agrumi rossi amari, ai quali si uniscono note floreali di violetta e leggere sfumature di sottobosco; il bouquet si arricchisce con una selezione affascinante di spezie come vaniglia, pepe nero e liquirizia.

Al palato, si presenta ricco e succoso, con una struttura morbida e un equilibrio compiuto sostenuto da una freschezza nitida ma ben amalgamata e da tannini vivaci e di ottima qualità.
Nel complesso, il Grumarello 2019 è un vino agile e dinamico da sorseggiare, nonostante la sua importanza, con una chiusura persistente che invita al prossimo sorso con un finale di bocca piacevole.

Grumarello Carmignano Riserva DOCG 2019, articolo: Tenuta Artimino gioiello del Patrimonio Unesco dal 2013, foto di Carol Agostini

Grumarello Carmignano Riserva DOCG 2019, articolo: Tenuta Artimino gioiello del Patrimonio Unesco dal 2013, foto di Carol Agostini

• Grumarello Carmignano Riserva DOCG 2012

La raccolta dell’uva avviene solo quando raggiunge una perfetta maturazione. La fermentazione avviene in contenitori di acciaio a temperatura controllata con una macerazione sulle bucce che si protrae per tre settimane. Successivamente, il vino affina per due anni in botti di rovere di Slavonia, seguiti da un ulteriore periodo di affinamento in bottiglia per un anno. Gli ingredienti sono semplici, così come la ricetta, ma l’eccellenza del risultato è confermata dal Carmignano Riserva “Grumarello” prodotto dalla Tenuta di Artimino.

Questo vino rosso è robusto e pieno di carattere, perfetto per accompagnare piatti a base di carne rossa o selvaggina. È ideale per una cena tra amici, difficilmente deluderà le aspettative.
Il suo colore è un bel rosso rubino con leggeri riflessi granati. Il suo bouquet aromatico è elegante, con note iniziali di fiori di campo che lasciano spazio a una ricca presenza di frutta nera e sfumature erbacee. Emergono infine sentori di tabacco, chiodi di garofano e cuoio. Al palato è caldo e giustamente tannico, robusto e persistente.

Grumarello Carmignano Riserva DOCG 2012, articolo: Tenuta Artimino gioiello del Patrimonio Unesco dal 2013, foto di Carol Agostini

Grumarello Carmignano Riserva DOCG 2012, articolo: Tenuta Artimino gioiello del Patrimonio Unesco dal 2013, foto di Carol Agostini

• Grumarello Carmignano Riserva DOCG 2009

Come gli altri due è un vino intenso e profondo con sentori al naso e in bocca che conquistano, infatti ha sedotto tutto il parterre di ospiti alla degustazione. Avvolgente come pochi Carmignano Riserva.

Grumarello Carmignano Riserva DOCG 2009, articolo: Tenuta Artimino gioiello del Patrimonio Unesco dal 2013, foto di Carol Agostini

Grumarello Carmignano Riserva DOCG 2009, articolo: Tenuta Artimino gioiello del Patrimonio Unesco dal 2013, foto di Carol Agostini

• Vin Santo di Carmignano DOC Occhio di Pernice 2012

Il Vin Santo di Carmignano Occhio di Pernice di Artimino nasce dalla sapiente combinazione di uve principalmente a bacca rossa raccolte nell’area di Carmignano, nella provincia di Prato.
I grappoli di Sangiovese, Canaiolo e Aleatico, con un tocco di Trebbiano Toscano, Malvasia Bianca Lunga e San Colombano, vengono lasciati appassire su graticci di canna nella vinsantaia per circa 4 mesi. Dopo la pigiatura, il mosto viene messo in caratelli dove fermenta e si affina per almeno 4 anni.

Il risultato è un nettare dal colore giallo ambrato. Il bouquet intenso e complesso regala aromi di fichi secchi, mallo di noce, albicocca candita e mandorla. Al palato è strutturato e avvolgente, con un perfetto equilibrio tra mineralità, dolcezza e freschezza.
Eccellente per accompagnare dolci al cioccolato, si sposa bene con formaggi stagionati e di fossa. È superbo da gustare lentamente e meditare sui suoi aromi.

Vin Santo di Carmignano DOC Occhio di Pernice 2012, articolo: Tenuta Artimino gioiello del Patrimonio Unesco dal 2013, foto di Carol Agostini

Vin Santo di Carmignano DOC Occhio di Pernice 2012, articolo: Tenuta Artimino gioiello del Patrimonio Unesco dal 2013, foto di Carol Agostini

Informazioni Tenuta:

730 ettari di cui 80 ettari vitati
2.500 mq di cantina
18.500 piante di ulivo
2 Docg
Carmignano e Chianti
5 Doc
Barco Reale, Barco Reale Rosato, Vin Santo di
Carmignano, Vin Santo Occhio di Pernice e Vin Santo
del Chianti
Uve a bacca rossa
Sangiovese, Cabernet Sauvingnon, Merlot, Syrah,
Gamay, Aleatico, Malvasia Nera, Canaiolo, Colorino,
Petit Verdot
Uve a bacca bianca
Trebbiano, Malvasia Bianca, Verdea (San Colombano),
Chardonnay, Sauvignon Blanc, Riesling

Carol Agostini fondatore del Magazine Papillae, titolare Agenzia FoodandWineAngels, commissario internazionale, selezionatore, Food&Wine Writer

Carol Agostini fondatore del Magazine Papillae, titolare Agenzia FoodandWineAngels, commissario internazionale, selezionatore, Food&Wine Writer


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